Sessioni Pratico-dimostrative – Edzione 2013

Dott. Stefano Polistina, Specialista in Anestesiologia, Fisiopatologia e FKT respiratoria, Esperto in Osteopatia e Omeopatia, Responsabile Direzione Scientifica AIFROMM “Accademia Internazionale di Formazione e Ricerca in Osteopatia e Medicina”

Titolo Relazione: RIFLESSOTERAPIA OLOGRAFICAⓇ : diagnosi e terapia neurofunzionale con le somatotopie cutanee

Abstract. Le riflessoterapie sono state spesso considerate “con sufficienza” in ambito medico e relegate a “fenomeno new age”,  al limite del folclorismo e dello sciamanesimo.
Fortunatamente numerosi autori (Bourdiol, Bossy, Nogier, Alimi…) hanno preso in considerazione queste opportunità terapeutiche, le hanno studiate e verificate, e ne hanno descritto le basi neurofisiologiche ed embriologiche, nonché le indicazioni e i limiti. Pochi autori tuttavia ne hanno effettuato una sintesi e stilato linee guida di utilizzo globale nella pratica clinica.
La Riflessoterapia OlograficaⓇ è frutto di un lavoro di sintesi scientifica iniziato dal dott. Reneè Jacques Bourdiol, dove la conoscenza della neurofisiologia moderna applicata alla riflessologia ha condotto fino all’ideazione del metodo neurofunzionale.
I meccanismi di funzione neurologica spiegano la presenza reale delle zone cutanee usate in riflessologia: ologrammi ripetuti in più parti del corpo che sono rappresentazioni di tutto l’uomo e delle sue specifiche funzioni.
Le mappe cutanee, scientificamente definite “somatotopie  cutanee”, come quelle più conosciute che si trovano sul piede o sull’orecchio, ma anche su altre zone come la mano, la faccia, il cranio, sono sede di ologrammi specifici per ogni determinata funzione neurologica (motoria, emozionale, neurovegetativa…..).
Conoscere i meccanismi neurologici della fisiologia umana ci permette di intuire e ricercare sulla superficie cutanea i punti riflessi che sono rappresentazione di quella determinata funzione in quel determinato organo e in quel determinato contesto. Le somatotopie sono la “rappresentazione neurofunzionale” e non la rappresentazione anatomica di un determinato sistema od organo.
Le “somatotopie cutanee” sono una realtà tessutale, palpabile manualmente e detettabile elettricamente. Rintracciabili e “accese” solo nel caso di alterazione di quella determinata funzione, in quell’individuo, in quell’istante.
Ci troviamo dunque di fronte ad un fantastico “ectoderma cutaneo” che, come un grande pannello di controllo, ci guida nella diagnosi della disfunzione “neuroectodermica” e nella conseguente azione di trattamento, che può essere locale (sulla somatotopia) oppure a distanza (a livello della parte corporea in disfunzione).
Le somatotopie del piede, della mano, dell’orecchio, della faccia, del cranio, sono altrettante rappresentazioni olografiche di funzioni neurologiche ridondanti che mantengono la disfunzione e portano alla patologia. La loro realtà è spiegabile con le conoscenze embriologiche e le neuroscienze moderne.  La loro semplice palpazione può dare indicazioni circa la localizzazione e l’eziologia della disfunzione in quell’individuo e, di qualunque natura sia il trattamento, rappresentarci in tempo reale l’efficacia dello stesso attraverso la scomparsa della zona tessutale attiva!
La Riflessoterapia OlograficaⓇ è dunque uno strumento flessibile di diagnosi e trattamento neurofunzionale, efficace in sé, ma anche integrabile con altre tecniche terapeutiche come la medicina manuale, l’osteopatia, le terapie frequenziali, delle quali rinforza l’efficacia e ne semplifica l’iter diagnostico.

Dott. Daniele Maso,Laurea in Stomatologia ed in Odontoiatria e Protesi Dentaria, Esperto in Ortodonzia posturale ed ed in Odontoiatria neuromuscolare>

Titolo Relazione: Proposta di valutazione delle strategie posturali individuali indotte da stimolazioni cranio-cervico-mandibolari, tramite la fotografia digitale, secondo l’epistemologia della complessità

Abstract. Lo scopo di questo lavoro è di proporre una valutazione obiettiva e ripetibile su parametri cinematici sul piano frontale e sagittale (in stazione eretta e flessa), tramite riprese fotografiche, delle strategie propriocettive individuali in relazione alle informazioni sensoriali-motorie stomatognatiche, simultaneamente attive in ogni individuo, secondo la sua storia fisiopatologica e quindi intrapersonale.
I comportamenti umani sono il risultato di effetti evolutivi, ma non sono mai gestiti direttamente da istinti.  Essi sono espressione di potenzialità anatomo-fisiologiche attivate da meccanismi centrali ed ottimizzati dall’apprendimento. Le strutture atte ad esprimere molti comportamenti sono identiche a quelle di animali che ci precedono nella scala evolutiva ma la loro espressione deriva da strutture superiori che, una volte emerse sotto la spinta della pressione evolutiva, sono in grado di inibire/modulare i comportamenti istintivi. E’ interessante notare che, nell’essere umano, il fallimento dei Sistemi di controllo superiori a cui consegue la riemergenza di meccanismi comportamentali istintivi, è franca espressione di patologia (ad es la necrosi post traumatica rappresenta la riemergenza del riflesso di auto-amputazione tipica dei rettili o anche la contrattura tipica delle problematiche posturali da alterato contatto dentale  che si richiama al  riflesso di contrazione della muscolatura estensoria dei carnivori).
Il metodo prevede il potenziale azzeramento di quei parassitaggi (esterocettori e propriocettori), intesi come storia individuale che se non evidenziati, inducono a rendere qualsiasi ricerca basata su statistiche scientifiche “attacabile” in quanto impossibile da codificare.
Il senso delle posizioni di ripresa per la valutazione è quello di utilizzare i riflessi spinali ancestrali, comuni a tutti gli esseri umani ma, specifici per ogni storia individuale.
Nello specifico vengono standardizzati individualmente gli stimoli dei muscoli oculomotori (oculocefalogiria) tramite occhiali stenopeici, i riflessi vestibolari tramite la flessione cranio-cervicale (CCF), i riflessi linguali tramite la deglutizione, le oscillazioni posturali tramite i tempi di ripresa e valorizzata l’interferenza stomatognatica tramite i recettori alveolari e dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM).
Utilizzando una semplice ma rigida procedura guidata dall’operatore, vengono effettuate delle riprese fotografiche digitali su un analizzatore posturale dotato di specchio in posizione di riposo (RP), in massima chiusura volontaria (MCV) e in massima apertura della bocca (MMO) che se sovrapposte e formalizzate, daranno precise indicazioni sia dei riflessi spinali che delle relazioni tra trigemino e nervi cranici tramite i nuclei vestibolari ed in particolare quello laterale di Deiters.
L’espressione sintetica dei dati forniti dai recettori analizzati della sfera stomatognatica, necessari per regolare il mantenimento dell’equilibrio posturale attraverso i caratteristici riflessi posturali, dovrebbe costituire un valido contributo per una valutazione di strategie terapeutiche condivisibili con tutte le specialità interessate.

Dott.ssa Gemma D’Angelo, Specialista in Igiene e Medicina Preventiva, Esperta in Agopuntura, Agopuntura Addominale e Ombelicale, Omeopatia di Risonanza; Consigliere FISA, presidente AMADELL (Associazione Medici Agopuntori Del Levante), presidente ASIAA (Associazione Scientifica Italiana Agopuntura Addominale)

Titolo Relazione: Sessione pratico introduttiva alla Agopuntura addominale e ombelicale

Abstract. L’addominoagopuntura, costola primaria della somatoagopuntura, nasce in Cina circa 30 anni fa, quando il prof. Zhi Yun Bo riesce a trattare con successo un paziente affetto da lombosciatalgia acuta,resistente alle altre terapie, infiggendo solo I punti 4 e 6 CV. A fronte di questo straordinario risultato, il prof Bo, comincia un approfondito lavoro di ricerca sistemica sui meridiani addominali,sulla loro topografia,sulle  loro funzioni e sulla dinamica strutturale dei loro punti. Ciò gli consente di portare alla luce una medicina cinese ancora più antica di quella a noi nota e con un enorme potenziale terapeutico, in grado di riequilibrare in tempo reale la circolazione del sangue e dell’energia. Tali caratteristiche conferiscono a questa metodica una specificità davvero unica, in grado di realizzare : velocità rapidissima in termini di risposta terapeutica, riequilibrio del sistema interno degli organi e dei visceri,stabilità dei risultati ottenuti. Rivolta nelle fasi iniziali di apprendimento, principalmente al trattamento del dolore in generale e alle patologie dell’apparato osteomuscolare, nelle fasi successive consente di apprendere il trattamento di patologie interne dei sistemi gastro intestinale,polmonare,urologico,ginecologico, ed anche di patologie neurologiche. La relazione si prefigge di aumentare le opportunità terapeutiche con l’utilizzo dell’addominoagopuntura come terapia integrativa, nell’ambito della moderna medicina per varie tipologie di patologia, le sue indicazioni principali sono :
Trattamento del dolore acuto e cronico dell’apparato osteomuscolare,
Malattia croniche di lunga data, come ad esempio : demenza senile, arteriosclerosi cerebrale, patologie cardiovascolari, ipertensione, malattie psichiche.
Squilibrio funzionale degli organi interni.
Patologie che senza essere croniche, sono collegate con il deficit di Zheng Qi (Qi difensivo), come per esempio le periartriti scapolo omerali e la sciatica, l’artrite, Sclerosi multipla, cervicale, lombalgia, ipoestesia o pesantezza degli arti inferiori.
La relazione si propone anche  di fornire ai partecipanti le conclusioni di  studi clinici della letteratura internazionale.

Dott. Sabatino Meletani, Specialista in Neuropsichiatria e docente in Medicina Biocibernetica; Dott. Nicola Ceravolo, laureato in neuroscienze, ricercatore scientifico ed esperto di device bio-cibernetici

Titolo Relazione: EAVI: elettroagopuntura secondo Voll integrata

Abstract. L’EAV rappresenta una sintesi tra l’Agopuntura Tradizionale Cinese, la Medicina Clinica Occidentale e la Farmacologia Omeopatica, Omotossicologica. L’essenza della metodica consiste nel verificare, attraverso devices bio-cibernetici grazie ad un puntale di misurazione, lo stato bioelettrico dei Punti e dei Meridiani di Agopuntura classici e di nuovi scoperti da Voll e da altri ricercatori. La situazione bioelettrica, ottenuta dai valori di resistenza cutanea, viene evidenziata su un quadrante. Il fisiologico valore di resistenza di un Punto, che corrisponde ad un organo in equilibrio bioenergetico è uguale a 50 US. Valori minori di 50 US indicano un deficit energetico, cioè processi degenerativi o sclerotici sempre più gravi man mano che ci si avvicina allo 0. Valori maggiori di 50 US indicano processi da infiammazione o da intossicazione tanto più accentuati quanto più ci si avvicina a 100 US (valore massimo della scala). Tuttavia, il più importante criterio di valutazione diagnostica è la cosiddetta Caduta dell’Indice: questa si verifica quando – mentre si preme sul Punto con intensità costante con il puntale di misurazione – la lancetta del quadrante di misurazione sale sino ad un valore massimo e poi inizia a scendere, per fermarsi ad un valore minimo (ad esempio, caduta da 80 a 40 US).

Un’altra possibilità offerta dall’EAV è quella di effettuare il Test dei Medicamenti: esso permette di verificare se un determinato medicamento sia adatto per curare la patologia del paziente.
Lo sviluppo ulteriore dell’EAV, cioè l’Elettroagopuntura sec. Voll Integrata (EAVI), vuole essere una sintesi tra l’EAV classica, conosciuta e discretamente diffusa, e le conoscenze accumulatesi negli ultimi decenni nell’ambito di altre metodiche bioenergetiche come il Test del Riflesso Cutaneo Vegetativo sec. Schimmel, la Kinesiologia applicata nei suoi vari indirizzi (Neuralchinesiologia, Chinesiologia strutturale, ecc.) e la Terapia di Biorisonanza. Per Biorisonanza si intende quel processo per cui, nelle strutture viventi, l’ordine biochimico è sostenuto, controllato e ricreato continuamente per mezzo di interazioni biofisiche attraverso campi EM. Le evidenze scientifiche emerse negli utlimi anni, dimostrano, come le onde EM ed i fotoni (il quanto della radiazione EM) giocano un ruolo cruciale nelle dinamiche intra e inter cellulari.
Si deve a questo punto sottolineare che, dal punto di vista cibernetico, non è fondamentale trovare la causa di un disturbo, nel senso della monocausalità classica, bensì è fondamentale agire sui punti critici del circuito stesso per ottenere dei risultati. La patologia è infatti sempre sostenuta da una multifattorialità di cause. Numerosi sono i lavori scientifci che pongono le basi dell’integrazione tra il paradigma bio-fisico e quello calssico biochimico, vigente almeno nella formae mentis comune.

Dott.ssa Maria Grazia Turati, Medico Medicina Generale, Odontoiatra, Esperta in Omeopatia e Posturologia

Titolo Relazione: Classi biotipologiche in omeopatia e posturologia

Abstract. Un terapeuta che utilizza diversi strumenti operativi può confrontare le varie strategie diagnostiche e terapeutiche, cosi facendo, nascono nuove possibilità di interpretazione, spesso collegate da piu matrici di ricerca, rivolte verso lo studio della personalità e della predisposizione ad ammalarsi.

Confrontando i vari strumenti operativi si cerca solitamente di migliorare ulteriormente al fine di confermare o validare una terapia già consolidata.
Spesso il linguaggio delle discipline è difficilmente comprensibile per i terapeuti che si occupano di allopatia che lo interpretano come volutamente incomprensibile al fine di non dover faticare a confrontare e studiare altre possibilità terapeutiche in cui non credono.
Nella medicina convenzionale si predilige la classificazioni delle patologie attraverso sperimentazioni “inconfutabili” e riproducibili in schemi di convalida scientifica secondo protocolli già sperimentati come il cieco doppio cieco ed altri.
Mentre la clinica ed i risultati delle medicine naturali secondo loro sono poco scientifici e quindi non attendibili.
Non si parla di cura per l’uomo ma di medicina per il malato.
Oggigiorno la maggioranza delle persone convivono con l’idea che ad ogni malattia deve corrispondere il farmaco.
I risultati clinici delle medicine convenzionali spesso non sono mai soddisfacenti, le patologie aumentano progressivamente e la cronicizzazione delle malattie viene fatta accettare dai pazienti come una realtà imponderabile.
La malattia viene interpretata e giustificata come un marchio di fabbrica, dove la genetica fabbrica le malattie e l’uomo e l’ambiente non entrano mai in causa.
Forse non ci siamo accorti che il nostro genoma unico ed irripetibile, sia mutato non solo con il semplice incrocio generazionale ma anche con l’evoluzione dei secoli. L’uomo nato nei secoli scorsi risulta diverso sia somaticamente che mentalmente, questo ci pone difronte al fatto che l’epigenetica gioca un ruolo straordinariamente importante, le abitudini di vita (alimentazione, stili di vita ecct) e l’ambiente sono fondamentali per il cambiamento del nostro codice genetico.
Secondo alcuni dovremmo rassegnarci ed essere impotenti davanti alle malattie a tal punto da farci credere a non considerare il sistema immunitario e l’autoguarigione come potenziali alleati, anzi bisognerebbe dimenticare che esistano e valorizzarle maggiormente la potenza della molecola chimica sicura ed infallibile.

Abbiamo dimenticato che esiste la persona malata che manifesta ed esprime il proprio disagio in base ai propri canali di espressione e percezione del vissuto.
Il dolore e le emozioni sono guidate da binari di marcia acquisite fin dal concepimento,
ogni singola cellula o mediatore chimico risponde e si differenzia in base a quello che l’ambiente interno ed esterno ha codificato, leggi e codici che rispondono a particolari e specifiche leggi fisiche e chimiche.
Ogni organismo cresce e vive nell’intento di far promuovere i meccanismi primari e fondamentali per la sopravvivenza, utilizzando scelte strategiche ottimali al fine di poter migliorare al massimo il proprio equilibrio , corpo – mente.
Noi non potremmo analizzare la postura senza dimenticare che i principali cardini dei principi omeopatici, sono l’analisi emotiva della persona e dalla sua manifestazione.
Proviamo a pensare ad un manager che si pone davanti al proprio interlocutore con le spalle ricurve, con il capo la mandibola e gli occhi rivolti verso il basso. La comunicazione non verbale rappresenta il 55 % e piu dell’aspetto relazionale e la programmazione neuro linguistica può essere utilizzata insieme agli altri strumenti di diagnosi e di terapia.
Analizzando quindi la totalità dell’essere si potrà capire il senso della malattia e con esso il ritmo della vita in costante relazione con l’esterno.