Abstract Relatori Sessioni Plenarie 2015

Dott. Antonio Maria Pasciuto, Specialista in Medicina Interna, Esperto in Medicina Ambientale Clinica, Membro del Consiglio Direttivo di Europaem (Associazione europea di Medicina Ambientale), Presidente di ASSIMAS (Assozciazione Italiana di Medicina Ambiente e Salute)

Relazione: “L’acqua: da elemento indispensabile per la vita a possibile fattore di rischio per la salute. Il punto di vista della Medicina Ambientale Clinica”.
L’acqua è una componente fondamentale di tutti gli organismi viventi presenti sul nostro pianeta. Nell’organismo umano si trova in percentuali variabili a seconda dell’età, del sesso e del peso (costituisce il 65% del peso corporeo, diminuendo gradualmente all’avanzare dell’età).
Risulta di fondamentale importanza per il trasporto dei nutrienti in tutti i distretti corporei e per l’eliminazione e l’escrezione, tramite l’urina, delle scorie prodotte nelle reazioni biochimiche.
L’acqua inoltre svolge una funzione determinante nella regolazione della temperatura corporea (tramite la sudorazione) e della concentrazione dei sali minerali; partecipa inoltre alla digestione, favorendo il transito intestinale e l’assorbimento delle sostanze nutritive.  E molto altro ancora.
Proprio perché l’acqua deve essere presente in quantità molto elevate nell’alimentazione umana viene classificata come “macronutriente”.
Ma ci siamo mai interrogati a proposito della qualità dell’acqua che assumiamo tutti i giorni? L’ambiente in cui viviamo è profondamente cambiato rispetto a quello di  30-40 anni fa, soprattutto in termini di inquinamento, ed in particolare di sovraccarico tossico che interessa l’aria che respiriamo, il cibo e l’acqua che ingeriamo.
La Medicina Ambientale Clinica, nuova branca della medicina moderna, è in grado di farci comprendere e di dimostrare (grazie all’apporto di innovative analisi di laboratorio) come il notevole aumento dell’incidenza delle patologie croniche sia proprio dovuto al contatto ed all’assunzione, da parte dell’organismo, di sostanze quali insetticidi, erbicidi, pesticidi, coloranti, ftalati, metalli pesanti e molto altro ancora. E gran parte di queste sostanze vengono proprio veicolate dall’acqua e dal cibo che ingeriamo ogni giorno.
Ruolo fondamentale del medico, una volta acquisita la consapevolezza di tali dinamiche, è quello di informare i cittadini (i pazienti) riguardo l’importanza in termini di prevenzione, di assumere acqua e cibo di qualità; e quello di procedere ad opportune indagini di laboratorio per ricercare possibili agenti inquinanti, quando si trova di fronte soprattutto a patologie croniche e disturbi funzionali.

Dott.ssa Anna Villarini, Biologo, specialista in Scienze della Nutrizione, Dipartimento di Medicina Preventiva e Predittiva, Unità di Epidemiologia Eziologica e Prevenzione, Ricercatore presso Fondazione IRCSS Istituto Nazionale dei Tumori di Milano

Relazione: “Le nuove raccomandazioni per la prevenzione dei tumori e delle patologie cardiovascolari: cosa dice la scienza e cosa ci offre il mercato alimentare”.

Malgrado gli enormi benefici apportati dalle tecnologie alimentari dal punto di vista igienico la sete di guadagno e il mercato globalizzato hanno portato l’uomo a spingersi troppo avanti. Oggi le patologie legate all’alimentazione non hanno quasi più un’origine infettiva, ma dipendono dalla quantità e dalla qualità del cibo che viene consumato giornalmente. Non è un caso se le più importanti patologie cronico-degenerative che sono tra le principali cause di mortalità nel mondo occidentale, come le malattie cardio-vascolari, i tumori, il diabete, l’obesità, le demenze senili ed altro, trovano tra i loro fattori di rischio, l’alimentazione.

Pollan, nel suo libro In difesa del cibo, afferma che «se in passato era “cibo” tutto quello che si poteva mangiare, oggi nei supermercati vi sono migliaia di sostanze “commestibili” che del cibo hanno solo la parvenza». 

Da allora ci nutriamo, in maniera sempre più radicale e diffusa, di alimenti industriali: prima sapevamo cosa stavamo cucinando, oggi ci preoccupiamo solo di mangiare cibi con un buon sapore, ma abbiamo perso la percezione di cosa contengano. Pur vivendo in una società intrisa di notizie, il canale più importante di informazione sui cibi che quotidianamente mettiamo nel piatto continua a essere la pubblicità pensata e pagata da chi quei cibi lì vuole vendere. Uno dei problemi conseguenti alla globalizzazione è senza dubbio il cibo impoverito, cioè un alimento è un alimento che ha perso in parte le caratteristiche nutrizionali originarie. L’impoverimento dei cibi è una strategia principalmente commerciale. Si impoveriscono in cibi per renderli maggiormente conservabili, per modificarne le caratteristiche legate al gusto, per farli sembrare più salutari o per individuare uno status sociale. 

E allora negli ultimi anni sono usciti sul mercato molti alimenti arricchiti con sostanze ritenute utili alla nostra salute, integrano per esempio il calcio, ferro, o sostanze come il coenzima Q10 evidenziando l’importanza di raggiungere ogni giorno la dose giornaliera consigliata. Ma è davvero utile mangiare cereali vitaminizzati o bere bibite piene di minerali? 

E’ importante mettere a confronto le più autorevoli raccomandazioni in tema di prevenzione con quello che offre il mercato per riconoscere il sano e il meno sano. Saper discriminare tra i vari ingredienti e comprenderne l’impatto con la salute. In questo anche l’EFSA (agenzia europea sulla sicurezza alimentare) ci dà una mano, ma ci aiuta anche comprendere l’importanza della nutrizione, perché malgrado tutti, pochi ancora comprendono che “siamo ciò che mangiamo”.

Dott.ssa Rosanna Giuberti, Presidente della Società Italiana Idrocolon Terapia (SICT), docente del corso di Perfezionamento in “Medicine non convenzionali e tecniche complementari” istituito dalla Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Milano che si svolge presso il Centro O.M.S. per la Medicina Tradizionale di “Applicazione della Idrocolonterapia nelle malattie funzionali dell’apparato gastroenterico”

Relazione: “Idrocolonterapia: l’acqua per la salute dell’intestino. Una modalità terapeutica per i disturbi funzionali del colon. Effetti positivi della ICT in corso di intolleranze alimentari.”

L’Idrocolonterapia (ICT) è una tecnica terapeutica che trova le sue radici nell’arte medica egiziana e tuttavia si affaccia al mondo scientifico come una tecnica moderna ed attuale. Evidenze cliniche sempre più numerose indicano che la buona salute è frutto di una condizione di efficienza ed equilibrio metabolico, condizione che permette anche di attivare una efficace risposta immunitaria. Gli operatori della salute devono acquisire nella loro pratica quotidiana tecniche capaci di avviare processi di disintossicazione e riequilibrio metabolico, e tra questi l’ICT, avviando strategie terapeutiche sia mirate alla cura della patologia in atto che alla prevenzione della stessa. L’ICT si presenta come terapia allo stesso tempo preventiva e disintossicante ed in quanto tale in grado di attivare profondamente i processi biologici necessari per il mantenimento di un buono stato di salute. L’ICT, applicata da operatori adeguatamente formati, che devono avere come primo bagaglio del loro percorso formativo la capacità di interpretare la funzionalità intestinale, può essere utilizzata:
1) Per la cura delle patologie funzionali del colon (stipsi e colon irritabile) con modalità riabilitativa.
2) Per la cura dei disturbi dell’apparato uro-genitale quali cistiti ed uretriti, anche in presenza di trigonite, e vulvo-vestiboliti con dispareunia.
3) In corso di epatopatie
4) Come terapia coadiuvante in corso di patologie dermatologiche (dermatiti, psoriasi) e sindromi allergiche, respiratorie, cutanee, alimentari.
5) Quando l’organismo è stato sottoposto a noxe tossiche da causa ambientale (intossicazione da metalli pesanti quali Pb e Hg) e farmacologiche (conseguenze di terapie antibiotiche e antitumorali)

Dott. Elio D’Annunzio, Direttore Sanitario di Casa della Salute Raphael, Medico Antroposofo

Relazione: “La medicina antroposofica e l’arte terapia come ampliamento dell’arte medica”.

La Medicina Antroposofica è un ampliamento dell’arte medica. Le sue fonti conoscitive derivano dall’Antroposofia o Scienza dello Spirito, fondata da Rudolf Steiner, scienziato e filosodo austriaco (1861-1925). L’essere umano viene inteso come un insieme inscindibile della componente corporea, di quella dell’anima o psiche e di quella spirituale.  Fondamentalmente è lo studio delle relazioni esistenti tra l’essere umano ed i regni della natura; in particolare la componente umana corporea (fisica) èin relazione con il regno minerale, la componente vitale (eterica) è in relazione con il regno vegetale e la componete nervosa sensoriale (astrale) con il regno animale.

La componente spirituale (detta Io o autocoscienza) è presente solo nell’essere umano e quindi non può trovare relazioni con il mondo naturale -sensibile bensì solo con il mondo sopra sensibile o spirituale; anche quest’uomo può venire indagato in modo scientifico attraverso l’Antroposofia o Scienza dello Spirito.

In Italia la Medicina Antroposofica viene praticata da numerosi medici riuniti in una Società Scientifica (SIMA) ed in una istituzione quale è la Casa di salute Raphae di Roncegno Terme (Trento). Tra gli strumenti terapeutici della Medicina Antroposofica, un ruolo fondamentale viene svolto dalle terapie artistiche, quali la pittura secondo la teoria dei colori di J. W. Goethe , poeta, scienziato tedesco che per primo ha inaugurato un metodo conoscitivo che permetto lo studio del vivente, metodo che poi è stato ulteriormente elaborato da R. Steiner. La terapia artistica si rivolge in particolare alla componente animico-spirituale dell’essere umano e da questa porta equilibrio anche alla componente fisico-corporea.”

Dott.ssa Marinella Collina, Arte-terapeuta del colore secondo il metodo Stella Maris. Co-responsabile dell’atelier artistico di Casa della Salute Raphael.

Relazione: “La medicina antroposofica e l’arte terapia come ampliamento dell’arte medica”.

Dimostrazione teorico- pratica dell’importanza delle terapie artistiche come sostegno e ampliamento dell’Arte medica attraverso l’ illustrazione di un percorso clinico condotto attraverso i gesti archetipici del colore, rintracciabili e riconoscibili nelle manifestazioni della storia dell’Arte. Breve dissertazione delle varie arti terapie antroposofiche e in particolare della terapia del colore. L’importanza della terapia non verbale come possibilità da parte del paziente di attivarsi in prima persona attraverso l’esperienza artistica che muove interiormente il sano gesto della creatività come forma di riequilibrio. La cura e l’importanza del processo pittorico del paziente. L’Arte-terapia come percorso di conoscenza di sé, di autoeducazione e di risanamento. Illustrazione delle caratteristiche del metodo pittorico proposto condotto. L’importanza del lavoro di equipe tra medico e arte-terapeuta.

Ing. Andrea Gadducci, Ingegnere Elettronico esperto in Biomedica ed in metodiche Quanto-Biofisiche, Co-Founder di Bio-t S.r.l. – Tecnologie per la Vita

Relazione: “Fisica dei quanti e tecnologia. Modello C.I.E.M. e strumentazioni biotecnologiche a supporto di percorsi terapeutici integrati”
Il modello C.I.E.M. – coscienza informazione energia e materia – è un modello che offre, in maniera semplice ed immediata uno schema interpretativo della realtà che ci circonda. A livello di “percezione” tutti riconoscono l’interazione con la materia, ma questa da sola non basta a spiegare tutti i fenomeni percepiti quotidianamente. La nostra interazione con la realtà infatti va ben oltre, manifestandosi su piani diversi e apparentemente “invisibili”. Schema intervento:
• Modello CIEM: breve descrizione struttura e significato
• Modello CIEM nelle principali metodiche MNC e DBN(agopuntura, omeopatia, kinesiologia…)
• Modello CIEM nelle tecnologie a supporto delle MNC e DBN

Domande a cui risponde l’intervento:
– Che tecnologie fanno diagnosi energetica del paziente?
– Che scelte posso fare per fare diagnosi informazionale del paziente?
– Ci sono tecnologie che mi permettono di farlo?
– Le più famose come lo fanno?
– Cosa fanno in verità?
– Come posso essere consapevole della mia scelta?
– E per i trattamenti? Cosa vuol dire fare un trattamento energetico? Ed Informazionale?
– Come influenza il terapista l’energia e l’informazione?
– Come addentrarsi in questo mondo con più consapevolezza?

Il modello CIEM si può usare come “chiave di lettura” di tutte le metodiche e tecniche terapeutiche, convenzionali e non, ognuna delle quali lavora su uno o più livelli del modello. Restando nell’ambito delle MNC, prendiamo ad esempio il caso dell’omeopatia: quanta “materia terapeutica” c’è in un rimedio omeopatico? A livello chimico (campo della materia) la risposta è semplice: anche zero! Ma, detto ciò, per quale motivo ho un effetto terapeutico sul paziente? La chiave, in questo caso, sta proprio nell’ ”informazione” veicolata all’interno del “rimedio”, supportata e sostenuta da una certa dose di energia (nello specifico, energia cinetica, quando agito la boccetta innescando la cosiddetta dinamizzazione). Prendendo in considerazione le tecnologie a supporto di salute e benessere, negli ultimi anni c’è stato un boom sul mercato di dispositivi come EAV, BICOM, MORA, QXCI, SCIO, LIFE e molti altri che lavorano, in maniera più o meno esplicitamente dichiarata, su alcuni piani descritti nel modello. Un importante passo in avanti è stato fatto innanzitutto sul piano dell’energia con macchinari che sfruttano in maniera “intelligente” determinati segnali elettromagnetici del corpo o di sostanze biochimiche per lavorare sulla bio-comunicazione e bio-regolazione delle diverse strutture del nostro organismo. In realtà quello che si fa in maniera sempre maggiore è gestire l’informazione trasportata dall’energia per bio-comunicare al corpo come bio-regolarsi. L’ informazione, opportunamente scelta, può permettere al paziente di compiere il “salto di qualità” o “salto quantico” necessario a fornirgli la giusta spinta sulla strada verso il miglioramento e la guarigione. In realtà è meglio dire che il terapista grazie a tecniche e tecnologie aumenta le probabilità di autoguarigione del paziente, lavorare con l’informazione infatti è lavorare con il mondo delle probabilità, esattamente come in fisica ed anche in medicina si lavora oggi sempre più con probabilità e statistiche.

Prof. Prof. Franco SammacicciaPresidente del Comitato Tecnico Scientifico delle Discipline Bionaturali della Regione Lombardia, Heilpraktiker, Naturopata, Docente di Bioetica, Iridologia, Idrotalassoterapia e Idroterapia Kneipp Ricercatore e Socio Fondatore del Centro Ricerche e Studi di Medicine Complementari di Milano

Relazione: Le Discipline Bionaturali: Dar Vita agli anni

Le Discipline Bio-Naturali sono attività e pratiche fondate su 3 principi culturali e operativi, costitutivi della nuova “cultura della vitalità” :
– la finalizzazione alla piena espressione della vitalità, patrimonio unico e irripetibile di ogni  persona in qualsiasi età, condizione sociale, stato di benessere.
– l’approccio globale alla persona, presa in considerazione come entità vitale indivisibile.
– l’utilizzo esclusivo di conoscenze, tecniche, strumenti e prodotti naturali.

Il dichiarato intento di operare in modo globale/olistico sulla vitalità della persona le identifica senza ambiguità e le distingue nettamente da ogni altro settore di attività, regolamentata e/o non regolamentata.                                                                                                                                       Nella pratica delle DBN noi operatori/tecnici contiamo sulla saggezza della “corporeità” e operiamo sulla “vitalità”, agiamo  quindi, per creare le migliori condizioni in cui la persona può esprimere in maniera ottimale le sue personali ed uniche potenzialità; e per questo non rischiamo di invadere il campo degli operatori sanitari il cui mestiere è invece quello di sostituirsi o correggere gli errori e le insufficienze.
Questo è il primo caposaldo che caratterizza, e distingue, le DBN dalle medicine o altre pratiche scientifiche.
Le DBN sono finalizzate :   “.. a dar vita agli anni, non a dar anni alla vita” ;
 “.dar anni alla vita ..comunque ” diventa, alla resa dei conti, prolungare una faticosa e spesso dolorosa sopravvivenza ed incontra comunque un limite finale.
La vita che possiamo dare agli anni, in qualsiasi epoca del nostro arco di vita, non ha invece limiti e la pienezza e gioia di vivere non conosce confini.
Noi,operatori e tecnici  delle DBN, siamo in fondo dei privilegiati …..
I Sanitari sono quotidianamente impegnati  a combattere le patologie in una prolungata guerra di posizione perseguendo lo scopo di scongiurare, o almeno procrastinare la morte, sicuri della sconfitta finale. Noi operatori DBN, esaltando la Vitalità, aiutiamo a fornire  gli strumenti per riempire gli anni, pochi o tanti che siano, di energia e di gioia di vivere. “Integrando opportunamente” le nostre professionalità, operando in sinergia  siamo oggi in condizione di migliorare  sia la quantità che  la  qualità della Vita (nostra e altrui).
Consideriamo di assoluto valore l’impegno dei Professionisti della Sanità  e dobbiamo esprimergli la nostra più  profonda gratitudine per la fatica e l’impegno con cui affrontano la loro lotta quotidiana,grazie alla loro ricerca molte malattie sono oggi curabili ed alcune sono state debellate. Un progresso continuo e straordinario frutto dello spirito di sacrificio di tantissimi uomini e donne.
Ma noi  siamo sicuramente dei privilegiati.
Privilegiati che hanno (e sentono fortemente) il dovere di garantire (operando sulla vitalità) il massimo livello qualitativo per ogni Disciplina .
Ed è per conseguire questo obiettivo che abbiamo voluto fortemente e difeso tenacemente la Legge Regionale 2/2005 della Regione Lombardia ed abbiamo lavorato sodo (e l’impegno continua Ancora oggi dopo dieci anni )  per la sua corretta e completa applicazione !
Il Comitato Tecnico Scientifico delle D.B.N.  insediato in Regione  Lombardia sin dal 2008, (ma il lavoro di preparazione della Legge era iniziato nel 2002 e la Legge approvata nel febbraio 2005) costituisce di fatto l’esperienza più avanzata nella realizzazione di organismi preposti alla valorizzazione e alla gestione della formazione e dell’erogazione di servizi nel settore delle DBN allo scopo di tutelarne la qualità e di valorizzare l’esperienza “storica”.
Garantire oggi la sua funzionalità è una responsabilità che ci compete e  che ci dobbiamo assumere per allargare il settore DBN ad altre Regioni e affermare le DBN  ai livelli nazionale ed europeo    quale naturale prosecuzione  di quanto già realizzato negli anni precedenti.

Un successo conseguito  grazie alla collaborazione ed allo spirito di servizio di quanti hanno creduto nella forza di questa Legge ed hanno profuso ogni impegno      per la sua attuazione con il solo fine di  tutelare sia  gli utenti delle Discipline Bionaturali che gli operatori  e gli Enti di formazione in DBN che finalmente dispongono (a titolo gratuito) di un Registro Regionale che ne riconosce : Conoscenze,Competenze e Abilità

La legge n° 2/2005 della Regione Lombardia e la legge n° 2/2005 della Regione Toscana (ma ancor prima la legge n° 13/2004 della regione Piemonte e la legge n° 18/2004 della Regione Liguria, ancorché decadute per l’intervento della Corte Costituzionale) segnano la formale istituzionalizzazione di una realtà sociale, professionale e di mercato le cui dimensioni quantitative, in costante crescita da oltre 30 anni, e i cui connotati socio-culturali, plasmati e  strutturati sul campo da decine di migliaia di operatori, non potevano restare ignorati dalle istanze politiche.
Si tratta di un fenomeno complesso, articolato, magmatico “in fieri” che ha visto da una parte  lo svilupparsi  di un processo di aggregazione di un gruppo di Discipline attorno ad alcuni principi costitutivi comuni  nel mare magnum delle pratiche tradizionali, complementari e alternative e  dall’altro un piano  di approfondimento e precisazione di tali principi comuni che va a costituire il perno “ideologico-culturale” attorno a cui il processo di aggregazione si è ampliato  e rafforzato.
È un processo tutt’altro che concluso che ha costituito il motore per i riconoscimenti legislativi e che ha tratto e trae dai riconoscimenti legislativi una forte spinta a riconoscersi, definirsi, autoregolarsi !

Oggi La Legge 2/2005 in Lombardia è correttamente applicata.Il Comitato tecnico Scientifico Regionale (C.T.S. Regione Lombardia) conta 120 Associazioni ed Enti di formazione in D.B.N. ed i Registri degli Operatori e degli Enti di Formazione sono pubblicati sul  sito Ufficiale  della Regione Lombardia ,Assessorato alla Formazione e sul sito del Comitato di sostegno D.B.N. nato proprio per sostenere gli impegni culturali e scientifici del C.T.S. (www.comitatodbn.com).

Ma il lavoro non è terminato ! La nostra responsabilità,oggi, è di consolidare l’esperienza Lombarda ed utilizzare questa realtà per ampliarla ad altre Regioni con lo scopo di giungere alfine ad una Regolamentazione Nazionale.

La Regione Toscana e La provincia autonoma di Trento ci ha già seguito su questa via,La Regione Sicilia ha presentato ed ha in discussione una sua proposta di Legge, altre Regioni stanno per presentare proposte di legge.
I  12.000 operatori Lombardi delle D.B.N. censiti in Regione Lombardia da una ricerca dell’I.R.E.R. pur nelle difficoltà di questa crisi ,che prima ancora che economica è crisi di valori,  guardano con fiducia al proprio futuro

Dott.ssa Antonella De Ninno, Fisico e Ricercatrice dell’ENEA di Frascati

Relazione: “La grammatica dell’acqua”.
Negli ultimi anni sono stati realizzati molti esperimenti coinvolgenti con l’acqua liquida che hanno prodotto risultati inaspettati. Si va dalle ricerche sulla presenza di aggregati in acqua pura che ha subito filtrazioni o altre procedure meccaniche iterate, alla prova della formazione di nano aggregati in soluzioni acquose di macromolecole di interesse biologico con diluizioni superiori a 10-7 M, fino alla emissione di segnali elettromagnetici da DNA di virus e batteri in soluzioni altamente diluite.
Di contro, gli effetti dei campi elettromagnetici di piccola ampiezza e bassissima frequenza sui sistemi biologici cominciano ad essere interpretati sulla base degli effetti che essi inducono sull’acqua di idratazione delle macromolecole.
Dall’analisi di questi, ed altri, esperimenti emerge una descrizione dell’acqua liquida costituita da due fasi, con differenti caratteristiche fisiche, così come ipotizzato dai biologi quaranta anni fa, in grado di spiegare molti fenomeni di rilevanza biologica. Ad esempio, i meccanismi di reclutamento molecolare, cioè dell’attrazione a distanza di molecole o del folding delle proteine, o ancora, dell’organizzazione delle membrane cellulari, possono essere compresi studiando l’organizzazione sovra-molecolare dell’acqua. L’acqua stessa può essere considerata come un mezzo attivo in cui avvengono continuamente scambi energetici e di materia con l’ambiente circostante, questi scambi influenzano profondamente la sua struttura e ne modificano le proprietà secondo modalità ben precise. Questo insieme di regole agisce come una grammatica necessaria alla costruzione di un linguaggio articolato: quello della vita.

Prof. Claudio Corbellini, Specialista in Neurologia, Esperto in Agopuntura, Docente presso l’Università degli Studi di Pavia e l’Università degli Studi di Milano, Docente titolare dell’ALMA Milano (Associazione Lombarda Medici Agopuntori) aderente alla F.I.S.A., Membro del Comitato Scientifico del Gruppo di Budapest 2013

Relazione: “Agopuntura e infertilità”
L’agopuntura si propone sia come primo approccio nel trattamento dell’infertilità, sia abbinata ai trattamenti occidentali.
La medicina dell’evidenza (EBM), se correttamente interpretata, ha ripetutamente confermato la validità dell’agopuntura, anche in nuove applicazioni quali la terapia dell’infertilità, sia come intervento autonomo, sia come supporto alla fecondazione assistita, in particolare nella fivet, si raddoppiano le possibilità di successo.
Nell’infertilità maschile si determina, ad esempio, un significativo miglioramento della motilità e della morfologia degli spermatozoi. Sono stati trattati con successo anche i pompieri di Chernobyl che, dopo essere intervenuti senza alcuna protezione, manifestavano gravi alterazioni allo spermiogramma.
Uno studio del British Medical Journal online, guidato dall’Università del Maryland, ha riscontrato un 65% in più di possibilità di rimanere in gravida e del 91% di avere un neonato vivo.
Utilissimo l’abbinamento dell’agopuntura con Lepidium Meyenii Walp (maca) che rappresenta l’ideale integrazione all’agopuntura, in particolare la maca polarizzata.
Ancora più efficace dell’agopuntura, l’agopuntura vibrazionale (diapasonagopuntura) per la sua importante azione psichica.
La agopuntura vibrazionale è stata da me progressivamente elaborata in otto anni, nasce dalla combinazione dell’agopuntura con diapason che riproducono esattamente la vibrazione e, quindi, il suono delle campane terapeutiche tibetane.

Dott. Luigi Carlo Collivasone, Psicoterapeuta, Docente presso l’Università degli Studi di Pavia

Relazione: “Psicoterapia a base mindfulness nell’infertilità”
Attualmente la  medicina ufficiale per superare i problemi di infertilità femminile tende principalmente ad utilizzare ormoni esponendo le donne a numerosi effetti collaterali. Viene fortemente sottovalutata l’importanza della psicoterapia capace di agire sulle emozioni radicate nel profondo, sulle difese psichiche, sugli schemi mentali disadattavi e sullo stile di vita. Infatti forti emozioni, stress, disagi relazionali o ambientali possono bloccare la capacità ovulatoria e gli ultimi studi di neuro-psico-endocrino-immunologia ne sono una testimonianza netta.
Lo studio proposto utilizza come strumento principale la mindfulness, ovvero l’alterazione dello stato di coscienza attraverso il porre l’attenzione in modo intenzionale, presente e non giudicante. La pratica della mindfulness addestra a riconoscere le proprie emozioni e i propri pensieri, accogliendoli così come sono, nella loro semplice realtà percettiva, favorendo l’accettazione di un’idea di se stessi molto più ampia e complessa e creando i presupposti per una trasformazione profonda. Tale allenamento porta ad una maggiore flessibilità cognitiva, rompe le catene della sofferenza psicologica, e lascia al loro posto maggiore libertà di azione e maggiore resilienza o capacità di adattamento flessibile.
L’evidenza e l’esperienza clinica mostra come un lavoro di questo tipo agisca non solo sullo stress, causa frequentemente primaria dell’infertilità, ma anche e soprattutto sulle strutture profonde della donna attraverso un percorso di consapevolezza che permette l’emergere di volontà inconsce ad avere figli; spesso le difese psichiche nascondono veri e propri “incantesimi” legati alla propria storia individuale e biografica finalizzati alla non procreazione. Opera della psicoterapia è far emergere a coscienza tali contenuti e trasformarli affinché colei che desidera un figlio lo sia in modo totale e priva di resistenze interne.
L’ausilio di metodi psicoterapeutici come quelli descritti in sinergia con trattamenti di agopuntura mirati ad operare sul livello energetico della donna e con trattamenti fitoterapici permette di ottenere risultati straordinariamente positivi.

Prof. Mohammed Natour, Specialista in Ematologia, Esperto in Agopuntura, Omeopatia ed Iridologia, Professore a contratto nel Corso di Perfezionamento di Agopuntura organizzato dal centro collaborante con l’OMS per le Medicine Tradizionali, Docente del corso di perfezionamento in Medicine non convenzionali organizzato dal Centro di Ricerche in Bioclimatologia Medica, Biotecnologie e Medicine Naturali

Relazione: “Acqua, uso terapeutico millenario”
Natura dell’Acqua, Deposito di energia. L’elemento Acqua, il sistema dell’organo Rene e il Centro del Dan Tian sono in relazione con il deposito e la conservazione dell’energia, in modo che questa possa essere disponibile al bisogno. Se questa energia di riserva si esaurisce, allora la persona può sentirsi esausta, senza più scorte di energia. Le sue risposte emozionali possono essere ridotte o può diventare emozionalmente labile, poiché non vi è abbastanza Qi che mantenga stabili le emozioni. Poiché dal Qi deriva la qualità dell’adattabilità, la persona può eludere o differire i necessari cambiamenti, poiché non ha Qi sufficiente per un comportamento flessibile. Tipi Acqua Yin e Yang. Tipo Acqua Yin: Per mancanza di energia o per paura il tipo Acqua Yin si arrende facilmente di fronte alla vita e rinuncia al controllo del proprio destino, cioè non è abbastanza attivo. Le cose gli sembrano uno sforzo eccessivo, troppo difficili e pericolose e gli manca la determina­zione per raggiungere gli obiettivi. Tipo Acqua Yang: Il tipo Acqua Yang può essere suddiviso in due grup­pi: Pieno – Vuoto. PIENO: Queste persone fanno troppo. Sono energiche, ambi­ziose e risolute, talvolta incaute e temerarie; vanno ad­dirittura in cerca di situazioni pericolose. La paura di perdere il controllo può determinare in loro un grande stress; sebbene cerchino di reprimere le loro patire, poiché le considerano una forma di debolezza, la co­stante pressione emozionale può danneggiare il Cuore e l’organismo in generale. Possono essere persone fredde e solitarie, che cerca­no di guadagnare sicurezza esercitando potere sugli altri e dominandoli con la propria volontà. EQUILIBRIO: L’equilibrio consiste in una solida volontà ma con ri­guardo a sé e agli altri, non scoraggiata dal pericolo o dalle difficoltà, coraggiosa ma non temeraria. L’equili­brio si fonda su un’azione che deriva dalla forza inte­riore e dalla fiducia in sé.

Prof. Dott. Salvatore Bardaro, Specialista in Medicina Interna, Medicina di Laboratorio ed Odontoiatria, Ricercatore in Farmacologia Molecolare, Esperto in Omeopatia, Omotossicologia, Agopuntura, PNEI e Metabolismo, Professore a contratto “Medicina Integrata” presso l’Università degli Studi di Siena e l’Università degli Studi di Pavia, Presidente AMNCO

Relazione: “Stress Cronico, Sindrome Metabolica e Cancro: qual è il collegamento? Modelli Animali, Caso Clinico e Strategie Terapeutiche”.
Stimoli stressogeni spingono l’Ipotalamo a produrre CRH attivando l’asse HPA per produrre Cortisolo negli umani e Corticosterone negli animali. Nello Stress Cronico il Cortisolo non torna ai livelli fisiologici ma rimane alto. Ciò conduce alla Cortisolo-resistenza con conseguente disinibizione dell’Infiammazione e sviluppo delle patologie correlate.
Un aumento cronico del cortisolo (di quello serale poichè quello mattutino è fisiologicamente alto) determina uno shift della risposta immune dell’ospite da Th1 a Th2. Tre sono i principali tipi di risposta immune: Th1, cellulare, Th2, umorale tramite i linfociti B, e Th3, regolatoria.
La Th1 è una risposta forte, cellulare, neutralizzante infezioni microbiche, virali e cellule neoplastiche; la Th2 ha lo scopo principale di prevenire l’attacco immunitario verso il feto. Il termine “infiammazione” non è di regola sinonimo di “malattia”. Ciò è però vero quando intendiamo un’infiammazione efficace, idonea, opportuna, come appunto la Th1 che risolve il problema tramite un’infiammazione acuta utile; la Th2, invece, è un’immunità umorale non risolutiva, cioè un’infiammazione inefficace, cronica/subacuta che instaura uno stato evolutivo di malattia. Cortisolo e Insulina sono gli ormoni guida rispettivamente nello stress e nell’alimentazione (l’Insulina influisce non solo sul metabolismo dei carboidrati, ma anche di grassi e proteine). Nella normale attività appaiono antagonisti perchè il primo innalza la glicemia e la seconda la abbassa. Però l’Ipercortisolemia porta alla Cortisoloresistenza che determina un’Inattività Insulinica e, di conseguenza, Insulinoresistenza. Viceversa l’Iperinsulinemia conduce all’Insulinoresistenza che innesca inattività Cortisolica e pertanto Cortisoloresistenza. Quindi, assunto che Cortisoloresistenza è Stress Cronico tanto quanto Insulinoresistenza è Sindrome Metabolica, abbiamo che Stress Cronico e Sindrome Metabolica sono due tematiche analoghe, sovrapponibili, come risulta dalla convergenza dei loro connotati patogenetici e clinici, oltrechè dalle rispettive patologie correlate. (Waist-line rileva sia la gravità della Sindrome Metabolica che il livello di Stress Cronico). Pertanto tali situazioni instaurano infine un medesimo quadro dove ritroviamo i tipici caratteri dell’Infiammazione Cronica Sistemica di basso grado che apre la via ad una moltitudine di problematiche interconnesse. Apice estremo di congiunzione fra Cortisoloresistenza e Insulinoresistenza è la cellula carcinomatosa. Il microambiente tumorale è caratterizzato immunologicamente da una polarità Th2, una sorta di privilegio immunitario, dove i carcinociti non possono essere attaccati e in cui quindi la massa tumorale può evolversi, infiltrare e metastatizzare. Affinchè ciò avvenga serve un alto livello di Cortisolo che però dovrebbe anche bloccare il processo glicolitico a livello della tappa limitante Fosfofruttochinasi e avviare la Gluconeogenesi a partire da aminoacidi e Glicerolo, o Piruvato, come accade per esempio nel fegato. In tal modo però dovrebbe impedirsi l’Effetto Warburg, ossia la sfrenata attività glicolitica tipica del carcinocita (200 a 1 rispetto alle cellule normali); ma ciò non accade in quanto questa ha sviluppato recettori cortisolici polimorfi non operanti così da non creare interruzioni nel suo processo di approvvigionamento primario. Il cancro si configura così come una nuova entità rappresentante l’estremo adattamento, parossistico e paradossale, ai principali fattori epigenetici ambientali di malattia, ossia alimentazione e stress. Infatti non diventando mai Cortisoloresistente e Insulinoresistente; è l’unica forma di “vita” che può insorgere e svilupparsi in un contesto Ipercortisolemico e Iperinsulinemico.

Dott. Paolo Zavarella, D.O.M.ROI, Specialista in Odontostomatologia, Docente Master “Medicine Naturali”, “Posturologia Clinica Integrata”, “Osteopatia” presso Università Tor Vergata di Roma ed Università di Pisa. Dott. Christian Lunghi, Membro Commissione di Ricerca Registro degli Osteopati d’Italia (ROI), Responsabile Dipartimento di Ricerca Cromon, Docente di Metodologia della Ricerca in differenti Istituti di Formazione Osteopatica, Osteopata, Naturopata.

Relazione: “Mente, Corpo e… Acqua: il nuovo Modello Posturale Neuro-Miofasciale”
L’idea di “Postura Ideale” è storicamente ancorata agli aspetti biomeccanici e sembra raggiungibile mediante la giusta attivazione di meccanismi lineari di contrappesi, sforzi, equilibri. Osservando le definizioni storiche di postura si nota la lenta acquisizione della consapevolezza del fenomeno complesso, dinamico e non lineare che questa rappresenta. L’equilibrio è una condizione, ma la postura è una “strategia olistica” e come tale va letta, studiata, analizzata per comprendere funzione, disfunzione e grado di adattamento nelle relazioni struttura/funzione. Nella postura si leggono le capacità adattative neuro-miofasciali e fluidiche ai ritmi biologici involontari e al carico allostatico che alterano continuamente lo status di equilibrio.
Il tono muscolare a riposo deriva dalle proprietà viscoelastiche tessutali intrinseche. Il livello basale di tensione passiva e resilienza che contribuisce a mantenere stabilità posturale in posizioni bilanciate è definito “Human Resting Myofascial Tone or Tension” (HRMT). Si esprime nelle catene cinematiche del corpo grazie a interazioni molecolari actina-miosina del sarcomero e nei miofibroblasti. Una moderna idea di “postura” identifica la strategia istantanea adottata dal sistema neuro-miofasciale per reagire alla forza di gravità e sollecitazioni interocettive, propriocettive e biopsicosociali. Si osserva nella postura la natura multifattoriale tipica dei sistemi complessi, conducendo l’osteopata verso un approccio globale, il MPNMf, che considera:
– integrazione tra struttura e funzione correlata, per osservare quanto questo rapporto influenza il carico allostatico;
– aspetti neuro-miofasciali nella risposta agli stimoli interni ed esterni che giungono attraverso il sensorio interocettivo e propriocettivo;
– aspetti bio-psico-sociali che attraverso il risentito ed il carico psico-emozionale rendono la risposta adattativa individuale e peculiare;
da ciò consegue la complessità con cui si manifesta questo adattamento, che evolve in maniera non lineare, non predicibile ma osservabile e perturbabile. Da molecole a cellule, tessuti, organi: ogni livello è intimamente connesso in un’organizzazione gerarchica che integra stimoli tensivi e non, dissipandoli nella struttura biotensegritiva dell’organismo, attraverso la conversione in segnali biochimici intracellulari finalizzati a mantenere l’integrità strutturale. Il nuovo MPNMf proposto dagli autori considera la postura epifenomeno e risultato efferente (muscoloscheletrico) di una sottostante complessità afferente (neuro-miofasciale): può essere letta / interpretata e non corretta / giudicata. Il trattamento osteopatico proposto nel MPNMf non è quindi un lavoro su l’arco efferente (motorio), bensì afferente (sensoriale), con lo scopo di individuare (interrogazione); integrare (perturbazione), trattare (normalizzazione) l’informazione (DS) correlata all’alterazione posturale, da intendersi come “attrattore disfunzionale” che segue lo stesso meccanismo di alterazione delle afferenze (“campo di disturbo”) di una cicatrice, in grado di creare le basi per disturbi organici. Le afferenze neuro-miofasciali gestiscono la postura… e sulle afferenze (la domanda) dovrebbe indagare e lavorare l’osteopata. La biomeccanica è l’epifenomeno di un mondo sotterraneo e potente, costituito da INFORMAZIONI mediate da fasce, tendini, supertendini, legamenti, aponeurosi, mio-fibroblasti: ovvero tessuti neuro-miofasciali ubiquitari distribuiti e correlati senza soluzione di continuità. La legge del minimo stimolo, interrogazioni e perturbazioni sulle afferenze, distribuzione del tono neuro-miofasciale HRMT, Disfunzione Somatiche, la complessità insita nella risposta efferente posturale… tutte queste implicazioni, spingono l’osteopata a una profonda rivisitazione del MBMP, aprendo la strada per un nuovo Modello Posturale Neuro-Miofasciale.

Dott.ssa Carla Marzetti, Biologa Nutrizionista Direttore responsabile del laboratorio Analisi Valsambro esperta in analisi in Campo Oscuro

Relazione: Nanomicroscopia in Campo Oscuro: tecnica innovativa per l’esame del sangue vivo
La nanomicroscopia viene eseguita con un avanzato sistema ottico appositamente costruito come supporto alla ricerca scientifica nelle nano-biotecnologie, per studiare materiali organici di diversa natura. In particolre nella ricerca medico-biologica viene impiegato per rendere visibili e chiari i processi infettivi a carico di microparassiti (protozoi,batteri,funghi). La risoluzione ottica è di circa 90 nm di poco inferiore al microscopio elettronico, con la possibilità di avere una visione in vivo dell’oggetto da identificare. Il sistema è connesso con una telecamera in grado di catturare l’immagine sia ferma che in movimento. Questa tecnica viene impiegata a supporto delle tradizionali quando gli esami microscopici non riescono ad evidenziare nulla di significativo. Il sistema permette di evidenziare tutti gli aspetti morfologici cellulari e riesce a dare una visione dinamica dell’oggetto esaminato. La luce che non attraversa l’oggetto perpendicolarmente ma trasversalmente e il condensatore particolare ad olio permettono di vedere tutto ciò che è trasparente senza bisogno di colorazioni particolari. Il riconoscimento in tempo reale di batteri, funghi e microparassiti è quindi immediato e permette di concentrare la ricerca in maniera più specifica in seguito (anticorpi, Pcr real time ecc.). Si esegue con un semplice prelievo di sangue capillare. La goccia si deposita su di un vetrino e viene letta subito. Il referto è correlato con foto dei particolari piu significativi delle immagini immagazzinate. La possibilità di filmare è utile per avere un aspetto dinamico del campione, monitorare il comportamento delle cellule o dei batteri. Tutto ciò fa sì che la “nanomicroscopia” sia un importante e valido mezzo diagnostico.

Prof. Giuseppe Di Fede, Medico Chirurgo, Master in Nutrizione e Dietetica Clinica, Medicina Genetica e Preventiva, Ipertermia Oncologica e Immunoterapia, Direttore Sanitario dell’Istituto di Medicina Biologica di Milano, Direttore Sanitario dell’ Istituto di Medicina Genetica e Preventiva di Milano, Prof a.c. Nutrigenomica Università di Pavia, Vice Presidente A.R.T.O.I. (Associazione Ricerca Terapie Oncologiche Integrate)

Relazione: “Dalle allergie alimentari alla nutrigenomica. Come l’alimentazione può aiutarci a prevenire le malattie ed il ruolo della genetica”.
L’alimentazione rappresenta uno strumento di prevenzione o malattia, come recenti studi epidemiologici e di coorte, svolti in tutto il mondo, stanno dimostrando.
L’interazione gene-ambiente, meglio definito come “epigenetica” gioca un ruolo fondamentale per favorire condizioni ambientali nocive per l’organismo.
La scienza, con il progetto genoma, ci ha dato un imput importante per capire i fini meccanismo che regolano i rapporti tra costituzione-ereditarità-ambiente, tuto questo si traduce in una sola parola, “nutrigenomica”, ossia la scienza che definisce i rapporti tra l’influenza degli alimenti sull’espressione genomica e come i geni e le proteine prodotte, sono influenzate dall’alimentazione.
Possiamo modulare la funzione di alcuni geni che producono proteina protettive per al salute, come allo stesso modo possiamo stimolare alcune funzioni che favoriscono le malattie.
Le patologie neoplastiche sono influenzate per un buon 30% e forse anche di più. possiamo invertire la tendenza migliorando le condizioni ambientali e l’alimentazione.
La nutrigenomica ci aiuta a scegliere e nutrienti che sono più “affini” al proprio organismo, le intolleranze alimentari sono una espressione dell’epigenetica che influenzerà a sua volta una condizione patologica e quindi l’espressione genetica.
La prevenzione inizia a tavola,conoscere le proprie caratteristiche genotipiche, ci aiuta ad ammalarci di meno, stare più in salute e aggiungere vita agli anni.

Dott.ssa Paola Sciomachen, Osteopata DO, Presidente del ROI – Registro degli Osteopati d’Italia

Relazione: “L’osteopatia come risposta al bisogno di salute del cittadino”
L’osteopatia è una medicina manuale che trae le sue origini alla fine del 1800 negli Stati Uniti dove è riconosciuta. Successivamente si è diffusa in Europa dove ha avuto divulgazione e riconoscimento in molti stati, primo su tutti il Regno Unito.
Il ROI è l’associazione che ha raccolto i primi osteopati diplomati in Italia nel 1989.
L’osteopatia è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come una professione sanitaria di contatto primario con competenze di diagnosi, gestione e trattamento dei pazienti, esclusivamente manuale, che si indirizza a tutti i cittadini, dal neonato all’anziano. Essa si basa sull’evidenza che nell’organismo umano l’integrità della struttura e l’efficienza della funzionale sono strettamente legate e che l’organismo umano dimostra, in varie condizioni, una tendenza intrinseca verso il raggiungimento di un nuovo livello omeostatico il più prossimo possibile a quello in cui si trovava prima dell’evento.
Sulla base di questi principi, l’osteopatia ha individuato 5 modelli di intervento, biomeccanico, respiratorio-circolatorio, metabolico-energetico, neurologico e comportamentale, che possono essere utilizzati in modo coordinato tra di loro. Nel 2006 tali modelli sono stati ufficialmente riconosciuti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Al centro di tali modelli viene posto il sistema muscoloscheletrico a livello del quale si possono riconoscere segnali di sofferenza in alcuni casi anche ad origine dagli organi interni. La alterazione di struttura corporea viene definita disfunzione somatica.
Gli osteopati si avvalgono di un’ampia serie di tecniche manuali finalizzate a correggere la disfunzione somatica. Essa è definita come l’alterazione della funzionalità delle componenti del sistema somatico quali ossa, articolazioni, fasce e muscoli considerate come un unico elemento insieme ai vasi ematici e linfatici e alle componenti del sistema nervoso periferico che le compongono. La disfunzione somatica è codificata a livello internazionale all’interno dell’International Classification of Diseases (ICD-10) e denominata nel glossario AACOM. La sua correzione ha la finalità di migliorarne transitoriamente la funzionalità lasciando poi al sistema omeostatico dell’organismo l’onere di trovare un nuovo livello di equilibrio più prossimo al livello di salute.
La ricerca scientifica in ambito osteopatico si è data l’obiettivo di dimostrare l’efficacia del trattamento manipolativo osteopatico, inteso nella sua globalità di approccio clinico al paziente basato sui 5 modelli ( biomeccanico, respiratorio-circolatorio, metabolico-energetico, neurologico e comportamentale ) per la diagnosi e il trattamento della disfunzione somatica, e non sulla semplice applicazione di tecniche manuali. In questo differisce dalla terapia manuale ortopedica e dai suoi studi di efficacia che di sovente si concentrano su singole tecniche. (A conferma di questo, è stato pubblicato nel 2007 da Kuchera ML sul Journal of American Osteopathic Association un lavoro scientifico, in cui veniva definito l’algoritmo per l’integrazione dei principi osteopatici alla pratica clinica per la diagnosi, la gestione e il trattamento del dolore cronico).
Le evidenze scientifiche hanno delineato chiaramente come il trattamento manipolativo osteopatico sia differente dalla terapia manuale, nei termini di approccio clinico, inteso come diagnosi e trattamento di disturbi cronici e subacuti a carico del sistema muscoloscheletrico, ma anche degli altri sistemi organici.

Dott.ssa Simona Vignali, Naturopata, Nutrizionista specializzata in Alimentazione Vegana e Crudista, Insegnate di Ayurveda – Fondatrice e Direttrice della SIMA Scuola Integrata Moderna di Ayurveda e Direttrice dello Spazio SoloSalute

Relazione: “AHAM ANNAM – io sono cibo. Ayurveda: coscienza alimentare, consapevolezza personale ed evoluzione.”
Aham Annam, Io sono cibo.
Ecco il celebre verso sanscrito, risalente a oltre cinque secoli fa, che focalizza il rapporto tra il cibo e la più profonda modalità dell’esistere, anticipando le ricerche e le conclusioni dell’attuale scienza nutrizionale e le più recenti visioni della nutrigenetica e della nutrigenomica.
Nella cultura indiana, e in particolar modo nella medicina ayurvedica, l’alimentazione è scienza esatta che influenza la genetica del corpo, attraverso il collegamento con i 5 “elementi fondamentali”, e la fisiologia della mente, attraverso il collegamento con le 3 “qualità cosmiche ed energetiche”.
In Ayurveda ogni persona rappresenta una variabilità inter-individuale, una unità corpo–mente unica e irripetibile per caratteristiche, predisposizioni ed esigenze. L’alimentazione è uno dei fattori fondamentali per il mantenimento e il ripristino della salute, da calibrare in modo molto preciso a favore di ogni singola unità. Perché se da una parte il fattore genetico regola la risposta individuale al cibo di cui ci nutriamo, dall’altra il cibo agisce direttamente sull’espressione genica individuale.
Le componenti che determinano l’influenza del cibo sulla salute sono numerose, e negli antichi testi ayurvedici, come il Charaka samhita redatto intorno al 450 a.C., troviamo alcune interessanti indicazioni: si tratta delle molecole che differenziano i 6 sapori percepibili al palato, i 3  sapori percepiti dopo la digestione, le 20 qualità fisiche degli alimenti, opponibili tra loro (anaboliche o cataboliche), e le 8 potenzialità energetiche intrinseche al cibo stesso.
Tutte queste informazioni definiscono e determinano, con intensità variabile, le diverse regolazioni fisiche e bioenergetiche che si manifestano come gli effetti diretti del cibo sullo stato di salute fisica, emotiva e mentale. La caratteristica speciale dell’antico e sempre moderno sistema Ayurvedico è quella di avere descritto questi fenomeni molti secoli fa, attraverso una lettura empirica, direttamente percepibile e facilmente comprensibile da ogni livello di conoscenza, con un sistema logico, semplice, verificabile, tuttora efficacemente attuabile.

Prof.ssa Patrizia BorsellinoProfessore ordinario di Filosofia del diritto e di Bioetica presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Direttore del Dipartimento dei Sistemi giuridici e Direttore del Master in bioetica e biodiritto per la pratica clinica.

Relazione: “Consenso informato e limiti della libertà di scelta nella relazione di cura”
Nella relazione sarà rivolta attenzione al consenso informato, da oltre un quarto di secolo luogo centrale nella riflessione bioetica sulla ricerca e sulla pratica clinica, così come   nell’elaborazione giuridico-dottrinale in tema di attività e di responsabilità medica e nell’indagine sociologica sulla realtà sanitaria, con l’intento di analizzare sia le ragioni culturali ed etiche, sia le trasformazioni sul piano normativo (deontologico e giuridico) alla luce delle quali  il consenso informato va oggi considerato elemento  imprescindibile e caratterizzante della relazione di cura. Se, per un verso, sarà evidenziata la debolezza e l’insostenibilità del modello di relazione medico-paziente – il tradizionale modello paternalistico – che investe il solo medico delle decisioni terapeutiche, e saranno portati argomenti a sostegno di un modello di relazione terapeutica che, proprio grazie alla valorizzazione dell’autonomia del paziente compie passi decisi in direzione dell’umanizzazione della medicina, sarà, per altro verso, dato risalto ai possibili fraintendimenti ai quali possono  dare adito la valorizzazione della volontà e il coinvolgimento del paziente nelle decisioni sui trattamenti che li riguardano, con l’obiettivo di sgombrare il campo da fuorvianti interpretazioni della nozione di “libertà di cura”. 

Prof. Franco Cracolici, Medico Chiururgo, Esperto in Agopuntura, Vice Presidente  e Consigliere FISA(Federazione Italiana delle Società di Agopuntura). Direttore e docente della Scuola di Agopuntura Tradizionale della Città di Firenze. Docente nel Master Universitario di II livello in Medicina Integrata dell’Università di Siena. Membro della Commissione Scientifica dell’ Ospedale di Pitigliano.

Relazione: “Medicina integrata e SSN. Ospedale di Pitigliano: un’esperienza di integrazione tra medicina classica e omeopatia, fitoterapia, agopuntura; i risultati terapeutici di un’eccellenza italiana”
La relazione descrive un nuovo modello di medicina integrata.
Nei secoli la medicina è passata da uno scambio spesso convergente di idee, reciproci confronti culturali, arricchimenti di saperi diversi tali da far si che il medico fosse non solo uno scienziato, ma soprattutto un umanista dedito all’uomo nella sua complessità psicofisica. Con l’avvento della peste ha prevalso la corrente degli “anatomisti” che hanno cominciato a studiare l’essere umano nelle sue strutture materiali e interne. Da lì la scienza ha percepito la complessità traducendola in evidenze che sono state e sono il substrato della medicina moderna. Riappropriarsi anche dell’aspetto funzionale, sollecitare il potere di autoguarigione, coniugare “medicine diverse” è la sfida del nuovo millennio: un uomo le cui cellule e i propri elettroni hanno spesso necessità di incontrarsi in un VUOTO APPARENTE, che la medicina cinese professava da sempre. Pitigliano con i suoi 16.000 trattamenti in tre anni è un ospedale innovativo ed integrato dove si può cogliere l’aspetto globale e il primo di una regione quella Toscana, che è stata pioniera e promotrice di un paradigma moderno e assai diffuso in altri stati come gli Stati Uniti d’America. In questa relazione verranno portati all’evidenza risultati e trattamenti.

Settimio Grimaldi, Primo Ricercatore CNR, Biofisico – Prof. Umberto Grieco: Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Docente di tecniche integrative in pazienti vascolari critici presso l’Università di Roma La Sapienza, Specializzato in Dermatologia, Omeopatia, Omotossicologia

Relazione: “Teoria della informazione e teoria dei segnali, in Biologia e in Medicina

E’ universalmente noto che i sistemi acquosi costituiscono la base primaria per i processi vitali: senza acqua non c’è vita. L’importanza dell’acqua nel garantire e mantenere i processi vitali era ben nota nell’antichità, Talete infatti la considerava come “l’essenza primaria ” della natura. L’acqua liquida mostra molte anomalie nelle sue proprietà termodinamiche, quali compressibilità, variazione di densità e capacità termica, tali anomalie sono più evidenti a basse temperature ma sussistono anche a temperatura ambiente dove gli organismi viventi si sono evoluti. La nostra visione tradizionale dell’acqua è una distribuzione omogenea di strutture tetraedriche legate tra di loro da legami. Un ulteriore e più complessa visione della struttura dell’acqua a temperatura ambiente è quella teorizzata da Giuliano Preparata dei domini di coerenza e della Elettro Dinamica Quantistica (QED). Secondo la QED l’acqua può essere visto come un equilibrio tra due componenti: una fase coerenti e l’altra non coerente i. Il componente coerente è contenuto all’interno di una sfera cosiddetta “Coherence Domain” (CD) in cui tutte le molecole d’acqua oscillano in maniera sincrona con la stessa fase. I CD sono circondati dalla componente incoerente dove le molecole oscillano con fasi relative casuali. I domini di coerenza dell’acqua, presenti nei sistemi viventi, possono svolgere un ruolo aggiuntivo nel modulare le funzioni biologiche, generando strutture dissipative che forniscono le basi per l’archiviazione e la risposta di informazioni mediate da segnali elettromagnetici esterni. In questo lavoro prenderemo in esame il fenomeno della biorisonanza, l’effetto di risonanza coinvolgente strutture biologiche, per discutere come frequenze specifiche possono modulare funzioni cellulari o sistemiche per ripristinare o mantenere lo stato di salute. La scoperta fatta da Zhadin ovvero che segnali elettromagnetici di intensità ultradebole sono biologicamente attivi suggerisce anche che le cellule possano dialogare tra di loro per via elettromagnetica e come conseguenza che i segnali elettromagnetici risonanti possano avere una grossa rilevanza medica. Il concetto che gli organismi viventi possano generare dei segnali elettromagnetici utili non e nuovo ma ha le sue origini al18-19 secolo con le scoperte di Luigi Galvani e Carlo Matteucci. Ai nostri giorni la scoperta delle risonanze di ciclotrone, e più in generale dell’effetto della biorisonanza, ci da la possibilità clinica di modulare e ripristinare il campo di informazione biologica attivando l’autoregolazione del campo morfogenetico. In un prossimo futuro la Terapia di Informazione biofisica potrebbe in tutto o in parte rimpiazzare la medicina farmacologica integrando la corrente pratica medica sia nella terapia che nella prevenzione consentendo un approccio terapeutico veramente personalizzato. ”

Giusva Gregori, Fisioterapista e Osteopata DO, Direttore Didattico S.Os.I – Still Osteopathic Institute – Direttore Didattico I.F.O.A.- Esperto in Osteopatia Animale – E.O.A. Consulente Naturopatia Scientifica, Membro del Comitato Promotore Osteopatia – CPO

Relazione: Osteopatia Esperienza Subacquea

L’eccezionalità dell’evento sportivo, tenutosi a Ponza nel settembre del 2007 “La Casa in fondo al mare 2”, è stata un’impresa eccezionale soprattutto da un punto di vista scientifico, considerando che ogni componente del team preposto ha offerto la propria professionalità affinché la ricerca scientifica possa avvalersi di nuovi dati sulla resistenza umana e sulla conferma dei principi fondamentali dell’osteopatia che si fondano sull’unità del corpo, sull’autoregolazione, sull’interrelazione fra struttura e funzione e sulla promozione di salute. Portare l’osteopatia sott’acqua e valutare, ogni giorno, questi sei atleti che hanno vissuto in acqua per 14 giorni, ad una profondità di circa 15 metri, avendo a loro disposizione tre campane d’aria, posizionate nell’ambiente subacqueo, che li ha ospitati per sopperire ai bisogni fisiologici e alle visite mediche di routine è stato un viaggio alla scoperta del 6° continente. Sistemati in 3 equipaggi da 2 persone, hanno dormito nelle “campane”. A loro disposizione, una quarta campana (la campana madre) in cui a orari determinati, hanno dovuto cucinare, mangiare, prendersi cura delle proprie attrezzature e gestire in modo comune le risorse che gli erano state affidate: 1) L’elettricità prodotta da pannelli solari posti in superficie; 2) L’acqua dolce ottenuta da un desalinizzatore posto sott’acqua; 3) una corretta misura nel consumo delle derrate alimentari che gli venivano consegnate periodicamente. Gli ambienti asciutti (campane), realizzati in modo da essere parzialmente autosufficienti e non vincolati alla superficie. Gli atleti sono stati monitorati 24 ore su 24 da uno staff di eccellenza (Università La Sapienza, Università Cattolica, Università Tor Vergata, Osp. San Gallicano, Osp. San Camillo, Policlinico Gemelli, Centro Iperbarico Romano, Still Osteopathic Institute – S.Os.I.), che ha verificato le modificazioni a livello epidermico, cardiaco, polmonare, metabolico, biomeccanico, e osteopatico. I sei sub sono stati ritenuti idonei ad affrontare questa avvincente colonizzazione dopo un’accurato screening medico e psicologico. L’obiettivo è stato quello di dare un contributo innovativo al mondo osteopatico e delle TM-CAM riportando la persona in un mondo che molto bene conosce e da dove nasce osservandolo anche dal punto di vista della relazione che può coesistere tra entropia, omeostasi, caos e promozione della salute evidenziando miglioramenti sensibili dei disturbi funzionali viscerali e neurovegetativi, e di conseguenza della qualità di vita esprimendo in pieno il significato dell’unita corpo, dove si evidenzia l’ equilateralità di mente corpo e spirito quindi non solo nell’ottenere sensibili miglioramenti ed addirittura in alcuni casi la regressione per lunghi periodi della sintomatologia algo-funzionale. Oltre a vivere le “normali attività di vita quotidiana” subacquea, gli atleti hanno vissuto questi 14 giorni facendo attività fisica su una mini palestra subacquea, hanno giocato a biliardo, hanno dovuto cimentarsi in giochi mediatici in quanto erano quotidianamente in collegamento televisivo; Con questo progetto si è ottenuto quello che si cercava ovvero come il corpo riesce ad adattarsi in situazioni meno favorevoli e cosa succede per mantenere l’omeostasi nonostante le innumerevoli variabili date dall’ambiente esterno e da ciò che accade all’interno, ricordando uno dei principi dell’Osteopatia dove vede la salute basata sulla capacità naturale dell’organismo umano di resistere e combattere gli influssi nocivi dell’ambiente e di compensarne gli effetti.