L’ansia è uno stato fisiologico dell’organismo che si manifesta in particolari situazioni percepite soggettivamente come pericolose; costituisce un’importante risorsa per mantenere lo stato di allerta e migliorare la risposta di difesa. Quando, però, l’attivazione del sistema ansiogeno è esagerata, ingiustificata o sproporzionata rispetto alla situazione contingente, si parla invece di disturbo d’ansia, che si può manifestare sia a livello psichico che somatico, rendendo la persona incapace di affrontare le situazioni anche più comuni.

A livello emotivo genera insicurezza e preoccupazione, mentre i sintomi a livello somatico sono tachicardia, sudorazione, tremori, vertigini. Spesso disturbi di questo tipo sfociano in attacchi di panico, episodi acuti e improvvisi che producono una sensazione di disorientamento e di depersonalizzazione con totale perdita di controllo. La paura di un nuovo attacco diventa subito dominante, tanto da portare, in molti casi, a manifestazioni ripetute che sfociano in un vero e proprio disturbo di panico. Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM V) descrive dettagliatamente i criteri diagnostici necessari per la classificazione dei vari disturbi, ma in realtà non sempre è possibile riconoscere entità nosologiche precise, poiché questi disturbi possono coesistere, sovrapporsi e alternarsi nello stesso individuo in momenti diversi.

Diversi studi hanno dimostrato l’influenza di questo genere di disturbi sul sistema cardiovascolare: i sintomi dell’ansia sono spesso associati ad un aumento di mortalità cardiovascolare (Chrapko et al 2004) e pazienti affetti da disturbi di panico e ansietà fobica manifestano un alto rischio di sviluppo di patologie cardiache (Kawachi et al 1994, Weissman 1990).

Gli studi che hanno fatto uso dell’Heart Rate Variability hanno permesso di valutare il legame tra questi disturbi e la regolazione simpato-vagale, evidenziando come le funzioni vagali si riducano in pazienti con disturbi d’ansia, a favore di un aumento dell’attività simpatica (Yeragani  et al 2003, Srinivasan et al 2002). Alcuni sintomi frequenti durante un attacco di panico, come la palpitazione, sono direttamente collegati all’abbassamento dell’attività del sistema parasimpatico e determinano di conseguenza una riduzione della frequenza del battito cardiaco ( Miu et al 2009 ).

E’ importante sottolineare però che, le ripercussioni che un disturbo mentale può avere sulla vita di una persona sono estremamente variabili: in alcuni casi (ad esempio, nel caso di alcune fobie o depressioni lievi) l’impatto sul funzionamento nella vita quotidiana è più lieve ; in altri casi quali gravi forme di disturbi d’ansia o  alcuni tipi di disturbi di somatizzazione, le conseguenze sono molto profonde ed investono tutte le aree della vita di un individuo condizionandone profondamente le realizzazioni in campo familiare, lavorativo e sociale.

Fonte: Pubmed (Chrapko et al 2004 ; Kawachi et al 1994 ; Weissman 1990 ; Yeragani  et al 2003 ; Srinivasan et al 2002 ; Miu et al 2009)