Considerate le sue caratteristiche (la giovane età di esordio, la progressione della malattia con gradi variabili di disabilità, la necessità di competenze specialistiche e di costante innovazione tecnologica nella diagnosi e nella terapia), la Sclerosi Multipla rappresenta il paradigma delle patologie croniche ad alta complessità.

Caratterizzata dalla distruzione della guaina mielinica in più aree (da qui il termine “multipla”) che isola le fibre nervose all’interno del sistema nervoso centrale, la sclerosi multipla è un processo distruttivo denominato demielinizzazione in diversi punti del sistema nervoso centrale che si esprime con manifestazioni cliniche di estrema variabilità, dal momento che la distruzione delle guaine mieliniche rallenta o blocca la trasmissione degli impulsi nervosi lungo le fibre del cervello e del midollo spinale.

Nonostante non ci siano ipotesi ancora certe in merito all’eziologia della malattia, le tesi maggiormente accreditate sono quelle legate ad alcuni possibili fattori che favoriscono la sclerosi multipla: fattori ambientali e infezioni virali e non. Anche la distribuzione della malattia non è uniforme, infatti risulta più diffusa nelle zone lontane dall’Equatore e a clima temperato.

In Italia sono oltre 122.000 le persone con sclerosi multipla, con una prevalenza di 198 casi ogni 100.000 abitanti e oltre 3.400 casi ogni anno. A livello globale, le persone interessate dalla malattia sono oltre 2,2 milioni ed è importante per questo motivo definire una nuova modalità per aiutare sia i pazienti che i medici a collezionare maggiori informazioni sulla patologia.

La nuova modalità viene definita digitalizzazione che permette di raccogliere e trasferire tutte le informazioni circa la patologia creando sempre di più un contatto diretto medico-paziente.

Lo studio che ne rappresenta la validità è stato presentato al meeting annuale dell’American Academy of Neurology, dove sono stati mostrati i dati di uno studio pilota di sei mesi che ha attestato la fattibilità del monitoraggio dei pazienti da remoto mediante smartphone e smartwatch. Lo studio condotto su 101 partecipanti di cui 76 persone affette da sclerosi multipla e 25 controlli sani, hanno dimostrato che la nuova strategia circa la valutazione continua e precisa della sintomatologia che della progressione della patologia è più che promettente.

Lo smartphone utilizzato durante lo studio è dotato di specifici sensori che forniscono dati in modo non invasivo su parametri come equilibrio e velocità. I dati ottenuti sono stati incoraggianti con un’elevata soddisfazione da parte dei medici ricercatori e dei partecipanti.

Sicuramente c’è da dire che questo studio è stato eseguito su un numero estremamente ridotto di pazienti ed è necessario monitorare la specificità e la tempestività delle valutazioni sia a lungo termine ma soprattutto su una gamma di popolazione molto più ampia di circa 10.000 soggetti nel mondo per un periodo di 5 anni”.

Nonostante questo, possiamo concludere che questi risultati rappresentano ad oggi una strategia di valutazione della patologia più che promettente, da prendere come punto di riferimento sia nella pratica clinica che nella ricerca.

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Fonte:

Il Messaggero