Il disturbo bipolare, o maniaco-depressivo, è un grave disturbo della psiche ed infatti rientra nei disturbi dell’umore e si caratterizza per i forti sbalzi dell’umore, dell’energia e del comportamento, alternando episodi depressivi a episodi maniacali, in periodi diversi che possono durare settimane o mesi e si manifestano spesso in risposta ad eventi o condizioni di vita stressanti o particolarmente rilevanti. Chi ne soffre può essere al settimo cielo in un momento e alla disperazione in un altro senza alcuna ragione apparente, passando dal paradiso della fase maniacale o ipomaniacale all’inferno della fase depressiva anche molto frequentemente.

Possiamo distinguere il disturbo bipolare in tre tipologie differenti:

  • Disturbo bipolare I –I è necessario e sufficiente che vi sia un episodio maniacale nell’anamnesi purché tale episodio non sia meglio spiegato da schizofrenia e relativo spettro. L’età media di esordio è di 18 anni.
  • Disturbo bipolare II –è necessaria la presenza di almeno un episodio ipomaniacale ed uno depressivo maggiore.
  • Disturbo ciclotimico –è necessario avere per almeno due anni, numerosi periodi con sintomi ipomaniacali che non soddisfano i criteri per l’episodio maniacale e numerosi periodi con sintomi depressivi che non soddisfano i criteri per l’episodio depressivo maggiore. Tali sintomi non scompaiono per più di due mesi ogni volta.

Le differenze tra i tipi risiedono sostanzialmente, nell’intensità dei sintomi maniacali e in parte, dei sintomi depressivi. Colpisce circa 1,2% della popolazione, senza prevalenza di genere ed esordisce solitamente intorno ai 30 anni. Gli episodi depressivi sono caratterizzati dall’associazione di un tono dell’umore basso (tristezza, abbattimento, pessimismo, etc.) con sintomi che influiscono direttamente sulle capacità funzionali dell’individuo. Al contrario, l’episodio maniacale si manifesta con umore elevato, stato d’animo euforico, stato di esaltazione e di eccitamento, aumentata reattività ed energia, etc.

Ma quali sono le cause?

Le cause esatte del disturbo bipolare non sono note, ma sono state fatte diverse ipotesi sulla base di studi clinici accreditati: alcuni studiosi e ricercatori hanno affermato che alla base di questa patologia ci sia uno squilibrio chimico in alcune parti del cervello, altri studi mostrano invece che il disturbo bipolare è la conseguenza di un danneggiamento nella funzionalità dei connettori intercellulari (il sistema motore all’interno delle cellule nervose) all’interno di alcune specifiche zone del cervello. Quello che però è risultato evidente a tutti è una predisposizione di tipo genetico a questa patologia: il disturbo bipolare tende a caratterizzare gruppi familiari, in particolare la presenza di uno o entrambi i genitori affetti sembra predisporre fortemente allo sviluppo della patologia.

Le funzioni cardiache in pazienti bipolari sono caratterizzate da un abbassamento della Heart Rate Variability (HRV), un calo del tono vagale ed una riduzione della complessità della frequenza cardiaca, come dimostrato dai metodi di analisi lineare e non lineare dell’HRV (Cohen et al 2003, Makikallio et al 2002). Lo squilibrio del SNA aumenta in presenza di sintomi psichiatrici più gravi, suggerendo che la disfunzione a livello cardiaco potrebbe dipendere dalla fase della malattia (Henry et al 2009).

Possiamo quindi considerare l’HRV un indicatore della capacità di auto-regolazione, coinvolgimento sociale e flessibilità fisiologica in pazienti affetti da disturbi mentali. Un monitoraggio costante dell’HRV permette di valutare, in maniera efficace ed immediata, non solo lo stato patologico, ma anche gli effetti clinici dei trattamenti psichiatrici, aiutando quindi il terapista nella scelta della terapia specifica per il singolo paziente, conducendolo verso un riequilibrio dell’attività simpato-vagale.

 

Fonti: PubMed

Cohen H, Kaplan Z, Kotler M, Mittelman I, Osher Y, Bersudsky Y. Impaired heart rate variability in euthymic bipolar patients. Bipolar Disorders 2003;  

Henry BL , A Minassian, M Paulus, M Geyer, W. Perry. Heart rate variability in bipolar mania and schizophrenia. Journal of psychiatric research 2009;

Makikallio TH.,  S. Hoiber. Fractal analysis of heart rate dynamics as a predictor of mortality in patients with depressed left ventricular function after acute myocardial infarction. Am J Cardiol 1999.