L’insonnia cronica, un disturbo della qualità del sonno è definito come difficoltà ad iniziare o a mantenere il sonno o ad avere un sonno ristoratore, accompagnato molto spesso da conseguenze diurne per un periodo di almeno 4 settimane.

L’insonnia si può presentare con sintomi variabili ed eziologie specifiche, per cui la sua valutazione e gestione rappresentano un problema complesso. I principali sintomi sono spesso associati a stress o indebolimento o in alcuni casi può essere associata a disturbi specifici.

L’insonnia si manifesta con la difficoltà ad addormentarsi, continui risvegli notturni, sonno non ristoratore o di scarsa qualità. I pazienti con insonnia potrebbero aver sviluppato involontariamente dei comportamenti che portano al di perpetuarsi dei loro problemi legati al sonno. Essi includono il trascorrere una maggior quantità di tempo a letto al fine di cercare di addormentarsi, oppure svolgere attività incompatibili con il sonno in camera da letto come parlare al telefono, guardare la televisione, usare il computer, fare esercizio fisico e mangiare.

Allo stesso tempo risulta estremamente importante analizzare tecniche specifiche per migliorare lo stato mentale del soggetto insonne e capire se ci siano elementi specifici che non permettono la durata del sonno. Per la valutazione del disturbo è importante considerare il tempo necessario per addormentarsi, il numero dei risvegli notturni, la loro entità, la durata del sonno, e il numero di riposi diurni.

Attualmente sempre più studi hanno focalizzato la loro attenzione su tecniche specifiche che vadano ad agire sulla psicologia del soggetto insonne cercando di attuare uno stato di rilassamento psico-fisico che garantisca la durata del riposo notturno. Una di queste è la biorisonanza: una tecnica che sfrutta le conoscenze ottenute in campo biologico e fisico per riportare l’organismo alle corrette frequenze del corpo.

Nel dettaglio, tutte le cellule del nostro organismo vibrano in armonia tra di loro e sono in equilibrio nello stato di benessere. Allo stesso tempo è proprio la perdita di questo equilibrio armonico-bioenergetico a determinare il manifestarsi di una patologia.

La biorisonanza, grazie al suo principio di “risonanza” è in grado di utilizzare  bande di frequenza elettromagnetica, per entrare in risonanza con organi, apparati o componenti del nostro organismo e poter verificare, così, le condizioni dell’organo stimolato (infiammazione acuta – infiammazione cronica, degenerazione) deducendo ulteriori informazioni riguardo alle condizioni di tutto l’organismo.

Utilizzando lo stesso principio di “biorisonanza” si può agire con frequenzeterapeutiche” per ottenere un riequilibrio funzionale e bioenergetico laddove per qualsiasi ragione si sia creato uno squilibrio e quindi uno stato patologico.

In questo caso la biorisonanza assume un ruolo terapeutico di supporto indicato per aiutare il soggetto a mantenere uno stato di calma psicologica ripristinando le corrette vibrazioni che poteranno il soggetto ad ottenere un sonno prolungato durante la notte. Inoltre il soggetto, in caso di risveglio, sarà in grado di bilanciare l’ansia e lo stress sviluppato dal risveglio per riprendere il sonno ristoratore.

 

Fonte:

Morin CM, Culbert JP, Schwartz SM. Nonpharmacological interventions for insomnia: a meta-analysis of treatment efficacy. Am J Psychiatry 1994;151(8):1172-80.