Il concetto di malattia è presente nel nostro linguaggio sin dagli albori della civiltà ma ha mutato il suo significato nel corso degli anni. Già partendo dall’era neolitica le civiltà preistoriche percepivano l’idea di malattia, considerandola come qualcosa che non apparteneva al corpo e allo spirito, ma che entrava in contatto con l’organismo attraverso riti magici e doveva essere fatto uscire al più presto dall’ organismo determinandone la guarigione.

Questo concetto sicuramente si contrappone con quello esplicitato da Ippocrate che interpretava la malattia come la rottura di un equilibrio preesistente e quello confermato, nella seconda metà del XVII secolo, dal clinico inglese Sydenham che arricchisce l’idea di malattia con l’idea di mancanza di equilibrio connesso direttamente con l’organismo.

Il punto di svolta si ottiene però nel XVIII secolo dove il concetto di malattia si delinea sulla base della sintomatologia con la pubblicazione nel 1763 della prima classificazione delle malattie da parte del medico francese Francois Boissier de Savages. Si sviluppa in questo modo la nosologia, ovvero la branca della medicina che si occupa della classificazione sistematica delle patologie rintracciabili sulla base dei sintomi percepiti da ogni individuo.

Nonostante la definizione di malattia risultasse ben accettata dall’opinione pubblica, si ignoravano ancora gli sviluppi che si stavano ottenendo nel campo dell’anatomia patologica. Si arrivò infatti solo con il celebre patologo Virchow a correlare la malattia con il malfunzionamento o la lesione di specifici organi o apparati. Il concetto di malattia si sposta così all’interno della singola cellula, si scopre infatti che la cellula non è rinchiusa ermeticamente nella propria membrana ma è immersa nella matrice extracellulare e che le cellule sono in grado di comunicare tra loro. Risulta necessario, per questo motivo, correlare il termine malattia con il termine funzione, indicando che l’organo svolge specifiche attività che possono essere compromesse determinando lo stato definito come patologico.

E’ solo nel XIX secondo che vennero introdotti, all’interno del lessico medico, i concetti di ambiente interno, esterno, funzioni patologiche e fisiologiche. Fu il fisiologo francese Claude Bernard ha portare avanti l’idea che ogni ipotesi doveva essere verificata e analizzata attraverso il metodo scientifico. Il concetto di malattia, per questo motivo, perde qualsiasi sfumatura spiritualista e quello che permane è la presenza di un equilibrio iniziale, la cui rottura determina lo stato patologico, ascritto quindi solamente all’interno di un valore definito normalità.

Quello che suscita ancora oggi più stupore, è che non esiste ancora una definizione ufficiale di Malattia da parte dall’ Organizzazione Mondiale della Sanità, e il suo significato fa riferimento solamente ad una alterazione di una funzione di un organo o di tutto l’organismo. Ciò che dovrebbe far riflettere a questo punto è la differenza tra il concetto di essere malato e avere una malattia. Alcuni individui infatti, sono stati in grado di fare della propria condizione patologia la propria fortuna ed è per questo motivo che si può definire lo stato di malattia dipendente solamente dallo stato mentale del soggetto.

Ma ai nostri giorni cosa intendiamo per malattia?

E’ possibile affermare che ai nostri giorni, grazie allo sviluppo di nuove discipline come le Medicine Integrate, il concetto di malattia abbia subito un ulteriore cambiamento. Oggi l’approccio è quello di considerare l’organismo come un ente con capacità di auto-guarigione ma solamente se questo sia stato posto nelle condizioni di poterlo fare.

Ritorna per questo motivo il concetto di squilibrio, ma questa volta inteso esattamente come perdita di un equilibrio interno. È possibile concludere quindi che ancora oggi, dopo numerose scoperte scientifiche e tecnologiche, il significato di malattia sia riconducibile sempre allo stesso concetto di equilibrio che non è stato mai abbandonato.

 

Fonte: Vella, L.1998. Enciclopedia medica italiana. Torino, UTET.