Una volta le allergie alimentari venivamo spesso nascoste vivendo questo disturbo come un vero e proprio disagio. Oggi quello che prima era un disagio sembra essere diventato quasi una moda; da un’analisi statistica infatti circa il 25% della popolazione generale, quando intervistata, è convinta di essere “allergica” a uno o più alimenti.

In realtà questo dato è assolutamente scorretto in quanto numerosi studi hanno dimostrato, mediante test specifici e attendibili, che l’allergia alimentare colpisce circa il 6% dei bambini e il 2% degli adulti. Inoltre la confusione aumenta quando si parla di alimenti allergizzanti, infatti è stato confermato che nei bambini gli alimenti che posso portare maggiori disturbi sono latte e uova mentre negli adulti prevalgono molluschi, crostacei e alimenti appartenenti al gruppo noci e semi (nocciole, arachidi, noci, etc).

Tutto questo dimostra quanto il concetto di allergia alimentare sia sentito nella popolazione ma soprattutto quanta confusione ci sia rispetto al problema e quanto questo sia sovrastimato rispetto alle reali dimensioni.

E’ per questo che è necessario far luce su cosa sono davvero le intolleranze alimentari poiché anche se simili alle allergie per i sintomi da esse provocate, le intolleranze non sono dovute a una reazione del sistema immunitario e variano in relazione alla quantità ingerita dell’alimento non tollerato. Una dieta scorretta o alterazioni gastrointestinali come sindrome da intestino irritabile, gastrite, reflusso gastro-esofageo, diverticolite, calcolosi colecistica determinano una sintomatologia attribuita, spesso erroneamente, all’intolleranza alimentare.

Un classico esempio è l’intolleranza al lattosio, questa infatti è la più diffusa tra le intolleranze da difetti enzimatici nella popolazione generale, è causata dalla mancanza di un enzima, la lattasi, che consente la digestione del lattosio, uno zucchero contenuto nel latte. Interessa circa il 3-5% di tutti i bambini di età inferiore ai 2 anni.

Nel periodo dell’allattamento i casi di intolleranza sono quasi sempre secondari a patologie intestinali e si manifestano con diarrea, flatulenza e dolori addominali. Ma recentemente è estremamente elevato il numero di casi di intolleranza al lattosio negli individui adulti a causa principalmente del cambiamento delle abitudini alimentari e alla diminuzione dell’attività lattasica.

Allo stesso tempo però non tutti i soggetti con deficit di lattasi avvertono sintomi quando assumono un alimento contenente lattosio, perché esistono diversi gradi di deficit dell’enzima specifico. E’ stato dimostrato infatti che la presenza e disponibilità della lattasi aumenta in relazione alla quantità di latte consumato. Riducendo il consumo di questo alimento si può solo andare incontro ad una sempre più ridotta tolleranza anche alle più basse percentuali.

Oggi giorni la cattiva digestione, il gonfiore e la pesantezza sono i sintomi più frequenti che si manifestano in ogni soggetto. Tutto questo porta le persone a cominciare a cambiare il proprio stile di vita effettuando una propria autodiagnosiintolleranza alimentare. Ma quello che ci viene da domandarci è: siamo sicuri di trovarci sempre di fronte ad una vera intolleranza alimentare o è solo una dieta scorretta e alterazioni gastrointestinali a causare questi sintomi?

 

Fonte: Lomer M. Review article: the aetiology, diagnosis, mechanisms and clinical evidence for food intolerance. Aliment Pharmacol Ther 2015;41:262-75.