pannolinoSostanze potenzialmente tossiche e cancerogene nei pannolini usa e getta. Oltre al materiale plastico largamente utilizzato al posto del cotone, anche tracce di diossina, pesticidi e addirittura glifosato, un erbicida.
E’ quanto ha evidenziato la Rivista francese 60 Millions de Consommateurs in un’indagine pubblicata nel Gennaio 2017nella quale sono stati analizzati 12 prodotti afferenti ai brand Leader del mercato, come ad esempio Pampers, ed a quelli a marchio Distributori, come Carrefour.

Se nel 2013 la medesima Rivista aveva già ingrandito l’obiettivo sulle salviettine umidificate che si utilizzano per la detersione dei bambini, e che conterrebbero fenossietanolo, un conservante tossico, nel 2016 il quotidiano francese Le Parisien si era dal canto suo occupato del brand Pampers, riportando uno studio condotto da ASEF Association Santé Environnement France, secondo cui tali pannolini conterebbero idrocarburi policlinici aromatici derivanti del petrolio IPA, cancerogeni per l’Unione Europea: il cosiddetto “petrolato” che troviamo scritto sulla confezione, e che sarebbe composto da benzo anthracene e crisene, utilizzati per rendere i pannolini meno irritanti per la pelle dei neonati. 
Il fatto che le quantità di materiali potenzialmente dannosi rispettino le soglie previste dalla legge, in realtà non rassicura più di tanto, dal momento che neonati e bambini molto piccoli vengono a contatto anche con altre sostanze potenzialmente tossiche, quali quelle contenute nei giocattoli o in altri prodotti a loro dedicati. 

Oggetto d’attenzione è stata anche la composizione del prodotto, dove il cotone non è mai risultato l’unico protagonista indiscusso: piuttosto, quel che troviamo analizzando i campioni è uno strato convenzionale composto principalmente di cellulosa, derivante dal legno, e da diverse materie plastiche

Secondo 60 Millions de Consommateurs, nei pannolini Pampers sarebbe proprio la parte a contatto con la pelle del bambino ad essere composta dal materiale plastico polipropilene.
La musica non cambia neppure quando si tratta dei pannolini ecologici, dove senz’altro c’è un utilizzo maggiore di sostanze naturali, pur senza venir meno il ricorso a materiali plastici.
Stando a quanto commentato dalla Rivista francese, sarebbe quantomeno doverosa l’introduzione di norme che regolino il fenomeno e tutelino la prevenzione dei soggetti più a rischio in questa storia, in considerazione del fatto che i neonati sono organismi deboli, in via di sviluppo e particolarmente esposti a fattori esterni.
Nel frattempo, 60 Millions de Consommateurs ci lascia un vademecum relativo alle marche da tenere sotto controllo mentre facciamo la spesa per i nostri piccoli. 

Fonti: 60 Millions de Consommateurs, Il Fatto Quotidiano, Il Messaggero

 

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