La sclerosi multipla (o sclerosi a placche), è una malattia autoimmune organo-specifica del sistema nervoso. Si tratta di una patologia che si sviluppa in soggetti predisposti e che può presentare caratteristiche di differente gravità, che vanno dalle forme benigne alle forme rapidamente progressive ed invalidanti.

È considerata una malattia di grande importanza neurologica e sociale perché colpisce sia giovani che adulti ed incide fortemente sulla vita sociale della persona che ne è affetta e dei suoi familiari. Questa patologia è caratterizzata dalla comparsa, in diverse sedi dell’encefalo e del midollo spinale, di focolai rotondeggianti, ben delimitati, di colorito grigio-roseo e di estensione variabile da pochi mm a diversi cm (placche) nei quali si ha demielinizzazione della sostanza bianca e proliferazione di cellule della neuroglia. Nonostante queste lesioni possano manifestarsi in qualunque punto del sistema nervoso esse sono più frequenti attorno ai ventricoli degli emisferi e del tronco cerebrale, nelle formazioni ottiche, nei peduncoli cerebellari superiori e medi e nel midollo spinale.

Attualmente non esistono test diagnostici in grado di confermare in modo certo la sclerosi multipla, che viene formulata dal neurologo sulla basa di un’attenta analisi di tre fattori: i sintomi riferiti dal paziente, l’esame neurologico e il risultato degli esami strumentali e biologici (sangue e liquido cerebro-spinale). I sintomi che un paziente può accusare sono molto diversi, soprattutto nell’esordio della malattia. I più frequenti sono: disturbi visivi (offuscamento visivo o visione doppia), disturbi della sensibilità (intorpidimento, costrizione dolorosa, perdita di sensibilità al caldo, al freddo ed al dolore, oppure difficoltà nella manipolazione di oggetti per perdita della sensibilità della mano) e fatica (sensazione di mancanza di energia fisica e mentale durante la giornata).

Dal momento che non esistono ancora notizie certe in merito alle cause e ai fattori che possono portare allo scatenarsi della patologia, la comunità scientifica sta portando avanti l’ipotesi di una possibile associazione tra la sclerosi multipla e il microbiota intestinale. Nel dettaglio, i ricercatori hanno scoperto che la composizione del microbiota intestinale potrebbe determinare la remissione o le condizioni pro-infiammatorie in un modello murino di sclerosi multipla.

Lo studio, pubblicato su Scientific Reports, ha evidenziato che i microbi intestinali possono determinare la suscettibilità a diverse forme di sclerosi multipla, portando a debolezza muscolare, cecità e persino alla morte. Alexa Orr Gandy e i suoi colleghi della University of South Carolina School of Medicine, negli Stati Uniti, hanno utilizzato un modello murino di sclerosi multipla per valutare il ruolo del microbiota intestinale nello sviluppo della forma cronica-progressiva o recidiva-remittente della malattia.

È evidente che i batteri appartenenti al phylum Bacteroidetes sono risultati sottorappresentati nei topi sani e presenti solo nei topi che sviluppavano la forma di sclerosi multipla recidiva-remittente. Alcune specie, non ancora classificate, sono risultate invece presenti esclusivamente nei topi recidivanti e remissivi. Inoltre, i ricercatori sono stati in grado di classificare i batteri dell’intestino in modo differenziale, definendo quelli che possono fungere da biomarker per la sclerosi multipla.

A seguito di risultati ottenuti si pensa che la patologia si dovuta in parte ad una predisposizione genetica e ad un innesco ambientale ancora sconosciuto. Attualmente il principio scatenante potrebbe essere ricondotto al microbiota intestinale. Nonostante i risultati suggeriscano che diversi batteri intestinali potrebbero determinare la suscettibilità di un individuo a forme di sclerosi multipla a progressione cronica o recidive, non è ancora stato chiarito perché alcune persone sperimentano riacutizzazioni mentre altre no.

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Fonte:

The role of gut microbiota in shaping the relapse-remitting and chronic-progressive forms of multiple sclerosis in mouse models. K. Alexa Orr Gandy, Jiajia Zhang, Prakash Nagarkatti & Mitzi Nagarkatti Scientific Reportsvolume 9, Article number: 6923 (2019).