Nella popolazione mondiale, quasi una persona su tre soffre di stitichezza ma non è consapevole.

Questo perché la stitichezza è una condizione definita da segni/sintomi intestinali e può essere primitiva o secondaria ad altri disturbi. Nello specifico fino ad oggi è sempre stato possibile effettuare una diagnosi solo se si presentano almeno tre delle seguenti condizioni per almeno tre mesi: sforzo eccessivo durante il processo di evacuazione con sensazione di evacuazione incompleta, feci dure e meno di 3 evacuazioni a settimana.

A seguito di numerose ricerche la stitichezza risulta essere riconducibile ad una condizione molto comune in caso di problemi ormonali (ipotiroidismo) o gastrointestinali. Allo stesso tempo risulta evidente anche in numerosi soggetti affetti da problemi psicologici come stress o manifestazioni depressive.

La stipsi determina un impatto negativo sia sulla qualità della vita che sul rendimento socio-lavorativo del paziente, ed inoltre rappresenta un importante costo sociale. Trattandosi di un disturbo comune nella popolazione generale, nel corso degli anni sono state effettuate numerose indagini epidemiologiche per cercare di individuare l’impatto di questa patologia nei vari Paesi. I risultati sono stati però molto discordanti tra loro, a causa sia delle diverse formulazioni diagnostiche usate, sia della scelta di metodi di reclutamento differenti.

E’ per questo motivo che il centro di ricerca del King’s College a Londra ha portato avanti uno studio per stimare quante persone soffrono di stitichezza in modo da rendere sempre più chiara una modalità di identificazione univoca della patologia. Infatti, è solo tramite una diagnosi corretta che è possibile porre le basi per un’ottima strategia terapeutica.

Attraverso questo studio, i ricercatori del King’s Faculty of Life Sciences & Medicine sono stati in grado di identificare sei sintomi senza i quali non è possibile definire una condizione di stitichezza. Tra i principali ritroviamo: disagio addominale, dolore e gonfiore addominale; disagio rettale; movimenti intestinali infrequenti e feci dure; disfunzione sensoriale; flatulenza e gonfiore; incontinenza fecale.

Lo studio, condotto su 2.557 soggetti (di cui 934 con stitichezza auto-riferita), 411 medici generici e 365 specialisti in gastroenterologia, ha infatti evidenziato che il 94% ha incontrato i criteri diagnostici attualmente utilizzati mentre, dei 1.623 che non hanno denunciato la stitichezza, ne erano effettivamente affetti.

Questa ricerca ha reso sempre più evidente la necessità di creare una modalità di diagnosi univoca per la stitichezza. Il professor Kevin Whelan, Capo del Dipartimento di Scienze Nutrizionali presso il King’s College, ha dichiarato infatti che molti dei sintomi individuati non fanno parte di nessun criterio diagnostico o strumento di valutazione fino a questo momento.

È necessario pertanto cominciare a definire una strategia univoca e questi sei cluster di sintomi che sono stati identificati sembrano un punto logico da cui poter iniziare.

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Fonte:

King’s Faculty of Life Sciences & Medicine