Oggigiorno il mondo del lavoro è caratterizzato da un crescente dinamismo e da una forte necessità di adattamento ai frequenti cambiamenti delle logiche politiche e di mercato.  Basti pensare a flessibilità, riorganizzazione, prolungamento (molto spesso non retribuito) dell’orario di lavoro reale, che rappresentano solo alcuni dei fattori che stanno influenzando profondamente lo scenario lavorativo con cui dobbiamo interfacciarci quotidianamente.

Tutte queste trasformazioni sono accompagnate da un cambiamento dei rischi aziendali connessi, che risentono sempre più dello spostamento, soprattutto nei paesi industrializzati, della produzione dai beni di consumo a quella dei servizi. Di conseguenza, oltre ai tradizionali rischi chimici, fisici e biologici da sempre connessi al mondo del lavoro, emergono nuovi rischi trasversali con conseguenze marcate soprattutto sulla psiche.

I fattori che determinano l’insorgenza dello stress in ambito lavorativo possono essere esaminati secondo un modello psicosociale, che prevede l’interazione dei fattori legati all’organizzazione e alla gestione del lavoro con i fattori legati al contesto sociale e ambientale.  I Fattori stressogeni legati al contenuto lavorativo risultano i seguenti:

Disegno del compito lavorativo: lavoro monotono e ripetitivo, parcellizzato o senza uno scopo identificabile; limitazione delle capacità e delle attitudini del lavoratore;  lavoro in condizioni di rischio.

Ambiente ed attrezzature di lavoro: difficoltà di disponibilità, mantenimento, utilizzo e riparazione di attrezzature ed ausili tecnici; condizioni di discomfort nell’ambiente lavorativo.

Carico di lavoro: carico di lavoro eccessivo o troppo blando; ritmi di lavoro elevati, con conseguente impossibilità di controllo sui tempi e pressione temporale elevata sulle consegne.

Orario di lavoro: lavoro a turni, orario protratto e senza riconoscimento, orario inflessibile o imprevedibile.

Organizzazione del lavoro: scarsa possibilità di comunicazione, bassi livelli di sostegno per la risoluzione di problemi e crescita personale, mancanza di definizione di obiettivi aziendali.

Ruolo nell’organizzazione: ambiguità o conflittualità dei ruoli, responsabilità.

Carriera: incertezza e immobilità di carriera, bassa retribuzione, precarietà del posto, basso valore sociale dell’attività svolta.

Controllo-libertà decisionale: scarsa partecipazione al processo decisionale, mancanza di  “controllo” sull’attività svolta.

Rapporti interpersonali sul lavoro: isolamento fisico o sociale, conflitti, mancanza di sostegno sociale.

Interfaccia casa-lavoro: conflitto tra esigenze di lavoro e di casa, doppia carriera, scarso sostegno familiare.

Le ricadute di una situazione prolungata di stress in ambito lavorativo possono essere numerose ed interessare, oltre naturalmente la qualità dell’attività lavorativa erogata, anche la salute e la vita personale del lavoratore. Lo stress da lavoro può influenzare direttamente la salute determinando l’insorgenza di numerose patologie quali: ansia, depressione, ipertensione arteriosa, disturbi di circolo cardiaci e cerebrali, malattie infiammatorie croniche intestinali, disturbi muscolo-scheletrici, immunodepressione ma ancora di più dipendenze quali fumo e alcol.

Nel caso di figure impegnate in professioni di aiuto, come infermieri, medici, psicologi, assistenti sociali, ma anche poliziotti e insegnanti c’è il rischio concreto di sviluppare un lento processo di “logoramento” o “decadenza” psicofisica dovuta alla mancanza di energie e di capacità per sostenere e scaricare l’enorme carico di stress accumulato. In base alle diverse fonti di stress è possibile suddividere le vie psicopatologiche che ne derivano. In particolare, si può parlare di:

Stress organizzativo: produce un senso di inadeguatezza personale la cui intensità è in relazione a fattori propri dell’organizzazione del lavoro interagenti con aspetti personali (individuali o collettivi). Il protrarsi del vissuto di inadeguatezza genera sintomi di reazione adattativa con correlati somatici e comportamentali che sviluppano nel tempo una condizione cronica di esaurimento delle capacità di adattamento con sviluppo di depressione e di patologia organica correlata.

Costruttività organizzativa: raramente presente come condizione isolata, più spesso è una condizione determinata nell’ambito di una strategia di mobbing. Da sola è assimilabile allo stress cronico. Dal punto di vista soggettivo si differenzia per la difficoltà di trovare strategie di adattamento cognitivo rispetto ad una situazione che si presenta come non razionale o non giusta.

Mobbing: l’esperienza del mobbing è assimilabile ad un profondo trauma emotivo. Il sovvertimento delle regole implicite e/o esplicite su cui si fonda la relazione lavorativa, la distorsione della comunicazione, la frustrazione di ogni tentativo ragionevole di sviluppare il conflitto producono nella vittima un vissuto di grave pericolo e l’incapacità di processare cognitivamente l’evento.

Ma quale può essere il risultato di uno stress eccessivo e prolungato? Sicuramente la comunità scientificità indica che il nostro organismo risponde ad uno stimolo eccessivo con risvolto patologico da non sottovalutare. E’ noto che quasi il 70% dei soggetti affetti da un stress lavoro correlato degenera in un Disturbo Post-Traumatico da Stress.

Fonte: Pubmed GREEN B. Post-traumatic stress disorder in UK police officers. Current Medical Research and Opinion. 20:1001-1005. 2004.