vaccinifotoIl 3 Giugno a Milano, Genova e Cagliari, il 10 Giugno a Verona, il 23 è toccato a Pisa, il 24 Giugno a Padova e La Spezia, il 30 a Lodi, il 1 Luglio ad Oristano, e sabato 8 Luglio la protesta contro la decisione di incrementare il numero dei vaccini obbligatori è arrivata anche a Pesaro.
Circa 10.000 persone giunte da tutte le parti d’Italia hanno manifestato il loro dissenso armati di t-shirt arancioni e di un unico grido: libertà.

Tanti gli ospiti arrivati al Parco Miralfiore di Pesaro, tra cui il giornalista Gianluigi Paragone ed il cantante Povia. L’iniziativa è stata promossa da diverse Associazioni: Comitato Salute e Diritti di Pesaro, Colors Radio, Il Sentiero di Nicola, Auret, Comilva, Corvelva, Rav Hpv, Vaccinare Informati, Condav.
Una manifestazione nazionale a favore della libertà di scelta, dove i bambini sono stati i benvenuti ed hanno partecipato in massa assieme ai propri genitori.
Come ha riferito David Gramiccioli, portavoce dell’iniziativa, dietro questa forte opposizione non ci sono solo ragioni ideologiche, perché spesso chi decide di non sottoporre i propri figli a tutte le inoculazioni previste, lo fa con l’approfondita consapevolezza di un’informazione acquisita autonomamente. Reazioni avverse, danni permanenti ed in certi casi anche la morte: eccoli gli effetti collaterali sui quali lo Stato dovrebbe rassicurare i propri cittadini prima di promulgare un Decreto coercitivo.
Gramiccioli prosegue facendo riferimento a quei 15 paesi europei dove, pur non esistendo alcun obbligo vaccinale, le coperture sono lo stesso molto alte grazie alla corretta e serena informazione accompagnata da una appropriata vigilanza pre-vaccino e da controlli post-somministrazione. In ultimo, prosegue, l’obbligo sotto minaccia comporta solo un incremento della diffidenza e della sfiducia.
Anche Parigi si gemella con Pesaro, in un lungo corteo di maglie arancioni. 

Le proteste hanno toccato diverse città in queste ultime settimane, dove le camminate pacifiche stanno interessando a poco a poco qualsiasi angolo del Paese.
In particolare, a Pesaro non ci stanno ad essere definiti semplicemente no vax, in quanto il punto non è essere favorevoli o contrari ai vaccini, quanto poter scegliere, e soprattutto poterlo fare con cognizione di causa. 

Ad ogni modo, intorno al dibattito nato nelle ultime settimane ruota tutta una serie di considerazioni tutt’altro che banali, alle quali forse si potrà dare una risposta solo continuando a chiederla a gran voce: ad esempio, dov’è finito il Rapporto Glaxo? E perché non se ne parla come invece sarebbe doveroso fare? Quanto sono rilevanti gli interessi economici delle Multinazionali dietro l’improvvisa necessità di comprendere nuovi vaccini tra quelli obbligatori in Italia?
Interpellati a gran voce anche i Professionisti del mondo medico, la cui opinione secondo i partecipanti alle proteste è fondamentale in quanto in capo a loro spetta la responsabilità di consigliare le terapie più idonee sulla base delle rispettive unicità individuali. In tutto ciò, utilità ed importanza dei vaccini non sono messe in discussione, a condizione che il buon senso ne regoli la somministrazione.
Toccanti le parole di un Medico, che si commuove vistosamente al pensiero di tutti quei bambini che dopo la somministrazione del vaccino hanno iniziato a manifestare sintomi di autismo.
Dove sono i genitori di quei bimbi? 
Chissà perché a loro sia mai stata data sufficiente voce in capitolo. 

Fonti: Quotidiano Sanità, Il Fatto Quotidiano, Pesaro Urbino Notizie

 

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